SEMAFORO.VERDE.ROSSO.GIALLO.

frog-1726765_960_720.jpg

-Ehi come va?

-Bene ma non benissimo.

-Mi senti? Dove sei? Come mai?niente degno di nota?

-No anzi, tanto ma non tantissimo.

-Marta, cazzo, perché oggi parli così?

-Perché mi piace un sacco dire “oh si, mi dear bene ma non benissimo.” (E dear lo dico proprio all’inglese con quell’intonazione lì che assembla tutte le lettere e ti ritrovi con la lingua incastrata che uno scioglilingua, guarda, levati proprio)

-Senti. Io ti do un consiglio.vedi di farti vedere da un non bravo, ma bravissimo!

-E se poi non è caro, ma carissimo?

Tutututu.

Certo che pensavo.

La linea cade sempre quando meno te l’aspetti, quando non deve, anzi, quando non dovrebbe.

Il telefono non suona. Non ancora.

E niente. Io vago con il pensiero.

La linea del telefono è un po’ come il destino, quel birbantello, anzi direi che in certi casi è proprio un bastardo!

Prima stavo cantando a squarciagola una canzone, in macchina, da sola, quella di Luis Fonsi feat qualcosa (detto happy days per le colleghe in ufficio, capito quale?) e niente. Allo stop, mentre ugola d’oro qui scrivente è all’apice della strofa sento un clacson che no, non sta suonando a tempo, guardo nello specchietto, piuttosto stizzita e chi vedo?!?

Uno che di interessante ha tutto,( ma tutto tutto eh!) mi saluta e con educazione gli parte l’insulto perché non parto.

Io sorrido, perché io le cose le capisco ma con un leggero ritardo, e lui? Non contraccambia.

Ecco. Orecchie basse, volume ancora più basso scelgo di ridimensionare la mia contentezza,ingranare la marcia ed attendere con ansia il verde.

Il destino quel bastardello! Non poteva fare come l’altra volta? Me l’ha fatto incontrare,si, sempre del lui in questione parlo, fuori dal bar, ho declinato l’invito, perché fa diva rifiutare, però a sto giro il caffè l’avrei bevuto volentieri eh!

E niente. È verde. Oh.. suona il telefono..aspetta, il viva voce.. il bluetooth..oddio suona il clacson. Ah no non è il mio, cacchio il verde! Il verde al semaforo!!!!