LE RUBRICHE DI MARTA: 3 BUONI MOTIVI PER…VIAGGIARE!

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Solo tre???

Il primo dei pensieri che affiorano nella mente è sicuramente questo…

“Oggi niente sforzi, di motivi ne ho ben donde, altro che tre!”

E invece no.

Il primo viaggio è quello mentale, poi ci sono io che perdo le coincidenze e resto nel mio mondo incantato.

Si è vero, esistono moltissimi motivi per fare un viaggio, esistono milioni di giustificazioni più o meno valide che ti permettono di staccare la spina, staccare il cervello e ciano mondo!

  • Viaggiare ti permette di allargare gli orizzonti, aprire la mente e tenere chiusa la bocca. Si esatto! E’ proprio così, più hai orizzonti larghi più riesci ad essere tollerante ed evitare scontri controproducenti.
  • Viaggiare ti permette di spendere quei quattro soldi che ti sei sudata con fatica, è vero, la soddisfazione di fare un viaggio programmato, a lungo immaginato a volte vale più del viaggio stesso.
  • Viaggiare, lo puoi fare anche solo con la mente, fai come me, immagina un posto da favola, il posto che tu consideri un paradiso, ecco la prossima volta che discuti con qualcuno immagina di essere da tutt’altra parte, vedrai una sensazione di pace temporanea pervaderà il tuo essere, salvo poi aver maggior carica per rispondere e reagire ad un vario ed eventuale attacco.

Viaggiare.

Quante canzoni hanno come argomento questo verbo? Prova a pensare, sono tante eh?!?

 

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CUCINA D’ESTATE

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Enorme stima.

Oggi, in vena di complimenti, ma non per chiunque, bensì, per tutte quelle “ricettare” che riescono a crearti pietanze sfiziose con il frigorifero vuoto.

No perché, c’ho provato.

Anche io volevo provare a seguire quest’onda del “mangia leggero che fa caldo”, svuota il frigorifero ed inventa.

Risultato?

Ghiaccio ed un paio d’arance…

Beh, una “ricettara”,  per inciso, è una donna/ragazza che si diletta in quest’arte d’inventare ricette commestibili dal nulla.

Che poi, sull’inventare non ho molto da invidiare, ma sull’ inventare + commestibile, ecco…

Comunque, dicevo.

“Il primo passo per una cucina creativa è aprire il frigorifero e vedere cosa ti offre.”

Partono così, nelle migliori delle ipotesi partono esattamente così!
Bene, apro il mio e… Due arance e un po’ di ghiaccio, neanche tanto, e no, non i cubetti che puoi mettere nelle bevande, il ghiaccio che si forma per la condensa… Capito quale?

Sono consapevole che la spesa non la so fare, o meglio, botta all’autostima e NON é CHE NON LA SO FARE, A ME NON PIACE FARLA!

Non posso lamentarmi se io in estate vivo a pasta in bianco e ghiaccioli, si certo, mangiati in due momenti diversi, ma in sostanza di questo si tratta.

No, perché, se in inverno la dispensa è brulicante di cibo, in estate, in casa mia, non so di preciso il perché, ma tutto si svuota.

E niente, anche il frigorifero piange.

Va bene.

Mi armo di coraggio e vado a fare la spesa, non so se vale, ma questa di diventare una “ricettara” è solo una delle tante scuse che la mia mente ha elaborato per far sì che andare a fare la spesa non mi pesi così tanto…

No perché… Per me il supermercato è una punizione!

COS’è LA BARCA DI SAN PIETRO E PAOLO?

C’è una credenza che narra….

La notte tra il 28 e il 29 Giugno, prendi un bottiglia di plastica, inclinala, riempila con un po’ d’acqua, aggiungi un albume d’uovo prestando attenzione e posiziona il tutto sotto un albero o in un prato,  ora torna a letto ed aspetta che la rugiada faccia il suo dovere.

La mattina successiva troverai un veliero e se avrà  le vele aperte significherà che ci sarà sole se invece le vele saranno chiuse arriverà la pioggia.

I contadini la utilizzavano per auspicare un buon raccolto…Pare che un bel veliero sia sinonimo di ricco raccolto.

La spiegazione scientifica è:

L’albume dell’uovo ha una densità maggiore dell’acqua e tende ad affondare, l’acqua fredda si riscalda grazie al calore assorbito che poi viene rilasciato dalla terra; l’acqua riscaldata dalla terra tenderà a risalire e mentre risale trascina con sé l’albume formando le famose vele.

La leggenda nasce da:

Il culto di San Pietro risale al Medioevo quando i monaci Benedettini lo diffusero in territorio lombardo. Nell’Ottocento era popolare la leggenda secondo cui “nel giorno di San Pietro debba seguire temporale, perché il diavolo promette alla di lui madre di uscire dall’inferno per quell’anniversario”, per questo motivo molti pescatori durante questa notte non escono in barca per timore di burrasche e temporali.

Anche mia nonna la faceva, era veramente bello svegliarsi al mattino e correre a vedere il veliero…

Insomma provate!

FIGLI MASCHI vs FIGLIE FEMMINA

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Dai! Lo sappiamo tutti come funziona… E’ solo che no, non lo ammettiamo perché, diciamo la verità, “fa brutto” dirlo.

Io in prima persona, non lo so se è veramente così, io osservo.

Osservo e vedo, altre volte invece chiudo gli occhi e prendo certe palate, ma tralasciamo, questo è un altro argomento.

Dicevo.

Checchesenedica, le dimensioni contano! Caspita se contano!

Ho visto mamme di figli maschi vantarsi delle dimensioni del piccolo fratello del loro pargolo.

Ho visto mamme di figlie femmine inorridirsi di fronte a questo argomento, fingendo noncuranza e tenendo ancora più saldamente la mano della piccola innocente figliola.

Ora.

Noi, femmine intendo, non possiamo inculcare ai piccoli queste idee, per quanto questi non capiscano esattamente di cosa stiamo parlando, cresceranno con l’idea che le dimensioni sono importanti.

Io questa cosa proprio non la concepisco…
Ok, non sono genitore e non capisco certe dinamiche…
Ok, non vivo con uomini in casa e di conseguenza non sono abituata a vedere elicotteri non richiesti oppure ascoltare altre strane fissazioni…
Ok, potrei andare avanti con un sacco di ok, ma no.

Che poi pensavo, perché anche le mamme di figlie femmine non si vantano delle loro piccole?
Insomma.
Non capisco questa cosa, questa disparità che noi (e dico NOI perché intendo noi adulti) inculchiamo nei più piccoli già dalla tenera età, per poi? quando saranno grandi e si confideranno diremo loro “Ma guarda che le dimensioni non contano…”

Boh.

Credo che in quanto a generare confusione siamo molto ma molto bravi.

 

 

 

LE RUBRICHE DI MARTA: SCRITTO A MANO #78

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