PILLOLE DI FELICITà: EPISODIO 24

EPISODIO 24  UNA MATTINA QUALUNQUE

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  • Ciao Mamma! Si si qui tutto bene. No non ho ancora trovato qualcuno che voglia impalmarmi. Si si tranquilla mangio e dormo. No non ti preoccupare, è tutto apposto. Ok, mamma, ci sentiamo, ora devo scappare. Si mamma, mi copro così non prendo freddo. Ok mamma, ciao ciao cia cia.”

Al mattino è già dura digerire la sveglia, figurarsi la telefonata di una mamma apprensiva.

Basta poco però per riportare Lucia alla realtà. Sente in lontananza un susseguirsi di clacson, rumori che provengono dalla strada. “Oddio. Cosa diavolo sta succedendo?”. Con non poca fatica si avvicina alla finestra dell’ hotel e “Caspita, è proprio vero, il caos cittadino regna sovrano in ogni luogo evoluto.”

Con non poca forza di volontà scende nella hall e con sua grande sorpresa si ritrova davanti Matòs.

  • Ma buongiorno… Cosa ci fai qui?

  • Volevo controllarti più da vicino…

  • E perché avrei bisogno di essere controllata? No, fammi capire, io sono il tuo capo, non è il contrario…”

  • Dai Lucia, non essere così fiscale…Anzi, Capo! Rilassati…Va beh, io vado eh! Ci vediamo più tardi in ufficio…”

Matòs non le da neanche il tempo di rispondere, raccoglie lo zaino che aveva poggiato a terra e se ne va.

Un brontolio allo stomaco le ricorda che è l’ora di mettere qualcosa sotto i denti. Nella sala della colazione non riesce a smettere di pensare al motivo per il quale Matòs fosse andato lì, la sta veramente controllando? E’ veramente interessato a lei? Crede che ci sia qualcosa di strano, c’è un qualcosa che stona… ma non riesce a capire cosa. L’odore di bruciato la riporta alla realtà, sta bruciando i toast. E’ lì intenta a toglierli dal tostapane quando si sente toccare la schiena e poi rivolgere in un traballante italiano:

  • Buongiorno. Lei è Lucia vero? Io sono la fidanzata del dott. Nemecsek e sono qui per informarla che il prossimo autunno convoleremo a nozze…”

“Oddio no ti prego, questa sceneggiatura l’ho già vissuta”. Cerca di non far trasparire nessuna emozione e risponde con un tono pacato che stupisce prima di tutto se stessa.

  • Beh, e io cosa posso fare per lei? Vuole che venga in chiesa a spargere petali di fiori? Beh, se così fosse le chiedo la cortesia di dirmi in anticipo quali sceglierà perché purtroppo soffro di un’acuta allergia al polline…No aspetti, vuole forse che la aiuti con le bomboniere? Gli inviti? Il menù? Senti, parliamoci chiaro, da donna a donna. Io non voglio portarti via nessuno. Io non ho intenzione di rubarti l’uomo, ferirti, causarti crisi isteriche o chissà cos’altro. E’ stato un caso che mi trovassi lì ieri sera, se non ti ha cercata chiedi a lui il perché e non a me. Detto questo, scusami ora devo andare. Buona Giornata.”

Lucia abbandona con non poca tristezza nel cuore la colazione, raggiunge la camera e si prepara in fretta e furia. Ufficio. Prossima destinazione ufficio. Per strada si sarebbe fermata alla pasticceria lì accanto e si sarebbe concessa una dose eccessiva di zucchero, era il minimo. Se queste erano le premesse la giornata non avrebbe offerto nulla di buono, anzi.

  • Posso offrirti qualcosa?”

Lucia, intenta ad ordinare un tortino al cioccolato che sembra quasi chiamarla, è sorpresa di rivederlo lì:

  • No. Grazie, sono in grado di badare alle mie necessità myself. Non mi serve il badante. Per favore. Stammi lontano, perché oggi ti scortico vivo, e non lo faccio in una sala disinfettata e con i guanti fino al gomito, lo faccio qui, per strada in mezzo alla gente. Levati di torno.”

DRIIIIIN!

  • Diavolo! Cos’è tutto questo baccano adesso??

Lucia si rigira, allunga la mano verso il comodino con gli occhi ancora chiusi cercando di trovare il telefono! “Oddio..mamma?…ma che ora è?”

  • Ciao Mamma! Si si qui tutto bene…

Scritto a quattro mani con NEOGRIGIO

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QUARESIMA

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Ecco ci siamo.

Da mercoledì e per quaranta giorni, rinuncio, anzi cercherò di rinunciare ai dolci.

Facile, no?

No. Proprio per un cazzo.

Ora.

Se già di mio soffro di sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione in mancanza di zuccheri, insomma, se già trovo scuse plausibili e fantasiose per dimostrare a tutti fuorchè a me stessa che la necessità di mangiare dolci è per me una vera e propria esigenza, non immagino come potrò mai essere tra dieci giorni, quando saranno passati solo dieci giorni dall’inizio della Quaresima e ne mancheranno altri trenta.

Ora.

Se io, da oggi in poi martellerò gli zebedei con dolci veri o presunti tali, con ricette che solo a guardarle fanno venire l’acquolina in bocca, insomma, se mi troverete dispersa per qualche foresta tropicale con la bava alla bocca sappiate che uno dei pochissimi modi per farmi riprendere dal torpore sarà ricordarmi che:

  • la quaresima dura solo quaranta giorni, cosa sono quaranta giorni  in confronto ad un anno che sono trecentosessantacinque? Dai Marta! Alza il culo e vai a mangiare un frutto, che sì sempre di zucchero si tratta e no, non fa male tanto quanto un biscotto con il cioccolato.

Se io non mi alzerò e non vi seguirò, voi insistete, pare che la mancanza di zuccheri possa causare anche lievi perdite di coscienza, che, in un soggetto come me non possono che accentuare la mia già precaria salute.

Eh niente.

Oggi inizia la quaresima.

E io faccio il fioretto di non mangiare dolci.

Chissà se riuscirò a resistere quaranta giorni. Anzi. Trentasette. I primi tre giorni sono andati! Vai Marta, vai!