MARTA AL COWORKING

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Si chiama COW, non so il perché abbiano scelto questo nome. Non ho – ancora – indagato bene.

Ci sono tante persone diverse tra loro con un obiettivo comune – lavorare in santa pace e collaborare.

Sembra facile.
Non sembra un ufficio qualunque, perché il tavolino esterno è una figata pazzesca.

Eh niente.

Sono andata per la prima volta al coworking per fare la mia giornata di prova.

Ti è piaciuto? YESSA.
Ci tornerai? YESSA.

L’idea mi stuzzicava da un po’. Dovevo solo trovare il tempo materiale per provare a vivere l’esperienza del coworking.
Mi capita di passare da un’agenzia web, ma la situazione è differente.

In entrambe le situazioni si lavora con una mission comune, ma non so spiegare, è proprio diverso. Bello, in tutti e due i casi, bello, davvero.

Sono entusiasta. Questa nuova avventura mi sta davvero emozionando.
Scrivo perché hanno scelto me. ME. Il resto si vedrà, per ora scrivo e pian piano mi specializzo, imparo, studio, leggo.

Dove?
Mi divido. tra coworking e agenzia.

BELLA Lì! 🙂

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SPAESATA

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Detto da me non suona certa nuovo!
Mi sento perso, e anche se fosse nel vero senso del termine per chi mi conosce potrebbe non essere una novità.

A sto giro però mi sento persa in senso metaforico.

Voglio.
Anzi no, vorrei.

Vivere con le parole. SOLO con le parole.

Mi butto o non mi butto?
Entro a far parte del famigerato mondo delle partite IVA e rischio il tutto e per tutto o resto comoda in uno spazio che non sento più mio?

La mia domanda troverà risposta solo dentro di me. LO SO.
Ma non smetto di cercare, ascoltare e sentire pareri che disinteressati.

Perché esistono anche quelli interessati che dicono “Ma buttati! Chissenefrega!”
Sospetto che non siano detti “Per il mio bene” Ma più per il mio posto. Non lo so, non ho una certezza, e questa cosa mi manda ancor più in confusione.

Sembrava stesse andando tutto per il verso giusto, poi, qualcosa dentro di me si è incrinato.

E se stessi facendo una cazzata?
É questa la frase che sempre più spesso pronuncio a voce alta quando, immersa nei miei pensieri, vengo al lavoro in macchina.

Forse dovrei solo stare più tempo in macchina e trovare il coraggio per dire: “Mi butto”.

Mi farò male?
Eh niente.

Ancora una volta sono sovrastata da dubbi di difficile risoluzione.
Mi sono data un tempo limite.
Dicembre 2019. Entro questa scadenza dovrò aver preso una decisione, o cambio vita o lascio passare ancora una volta il treno.

Che faccio? Mi butto?

 

Festival dell’oriente

 

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Domenica sono andata al Festival dell’Oriente a Brescia.

“Ti è piaciuto?”
“Ni”.

“Marta! Hai stufato con queste mezze risposte, mezze verità, mezzo di tutto..”
“Allora. Se non vuoi la mia opinione non me la chiedere.”

Questo dialogo è avvenuto tra me e me appena al mio rientro a casa domenica sera.

Qualcuno penserà che sono pazza.
Altri invece no.

Io resto così:

Spesso mi faccio domande, spesso viaggio con la fantasia e parto da un concetto per poi arrivare a darmi risposte  esistenziali delle quali ignoro perfino le domande.
Così per dire.

Comunque.

Il Festival dell’Oriente mi è piaciuto per due terzi – devo diventare più razionale, ho scelto di sfruttare quei due concetti scarni che ho imparato sulla matematica -, non ho apprezzato il banchetto con le maschere africane e quelli con i cannoli siciliani.
Non perché non fossero belli (e buoni), per carità! Semplicemente perché secondo me cozzano di brutto con il concetto di Oriente.

Un monaco tibetano mi ha messo al braccio un filo giallo, che non sta allacciato, e a me queste cose piacciono un sacco.
Ho assaggiato dei dolcetti buoni buoni a base di cocco, e un’altra cosa verde gelatinosa, buoni pure quelli!

Ho assistito alla cerimonia del tè giapponese (du palle!), ma io non sono molto rigorosa e questa cosa già la sapevo.
Ho visto la rappresentazione di un combattimento di un’arte marziale, bella e pericolosa, da vedere e non rifare.

Ci sono pro e contro, qualcosa no e tanto altro sì.

Ecco.
Cara-mente, ho ragione io!

Anche oggi posso far pace con la mia doppia personalità!

 

Tempi proficui

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Nell’ultimo periodo sto provando a dare sostanza i sogni.
Prossimamente racconterò gli sviluppi, adesso è ancora tutto un po’ fumoso, insomma, mi serve ancora un po’ di coraggio per prendere forza e spazzare via le ultime nuovole!

Ma.
É qualche giorno che sono latitante nel blog, gli impegni mi prosciugano il tempo e non riesco a togliere ore al mio sonno, pigra ahimè.

Qualche giorno fa però, complice la necessità di scusarmi con una “collega blogger” perché ho combinato un disastro! Mi perdonerà? Speriamo! Di certo le ho fatto uscire un po’ di fumo dalle orecchie…

Dicevo.
Rientro nel blog e leggo un commento.
Bello, anzi no, bellissimo! Insomma la sostanza della mia voglia di essere.

Ora.
Non mi lodo perché altrimenti m’imbrodo e si sa, di questi tempi l’umidità è assassina!

Ma.
Una frase mi è piaciuta un sacco, e ho deciso di farla diventare il mio Mantra della settimana:

Il destino è un incrocio, mai una rotonda!

Ora.
Mettiamo da parte le mie evidenti e già conclamate difficoltà automobilistiche che, superabili per carità, sono pur sempre impegnative.

Leggere questa frase è stato un po’ come aggiungere un punto e virgola al libro della mia vita.

Sto per mettere un punto importante e voltare pagina, ci sono quasi, lo sento, lo spero.
E poi trovo, nel mondo che mi circonda, un altro appiglio per convincermi – sempre di più- che sono sulla strada giusta.
Qui ci stava una parolaccia rafforzativa, ma voglio (provo!!!) ad essere delicata e non la metto.

Ora, non ti resta che rileggere l’ultima frase e immaginare cosa e dove mettere la parolaccia che non voglio scrivere.
Così, solo per sorridere e perché sono un’idiota e non riesco a prendermi troppo sul serio!

Grazie mille a Francesco per avermi scritto queste parole!

CAPITA, UNA VOLTA L’ANNO.

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Oggi va così.

Non so se essere felice o no.

Invecchio.  Anzi, divento grande.

Ora, sono due modi diversi di vedere la stessa cosa, ma si sa, io sono fatta così. Tendo a sorridere, sempre e nonostante.

Nonostante quello che non trova il tempo per rispondere ad un messaggio.

Nonostante ci siano persone che non vedo da una vita.

Nonostante abbia iniziato un nuovo percorso sportivo e non riesca a muovermi, acido lattico maledetto.

E poi c’è di che essere felice.

Oggi mi posso comprare quello che voglio. Stasera vado a comprarmi il novo kobo, è un po’ che l’ho adocchiato, ma ancora non ho avuto il coraggio di dire “Ok, lo compro!” arrivavo fino a Ok e poi non andavo avanti.

Una pazza.

Sembravo una pazza.

Girare la Mediaworld immaginando di uscire con il kobo tra le mani senza rendere reale la cosa.

Io lo so che può sembrare una stupidata, ma per come sono fatta io, ogni acquisto dev’essere ponderato.

E quindi niente.

Oggi sono felice.

Auguri a me.

Brava Marta.

Comprati il kobo nuovo!