CROSSFIT: LEZIONE#X

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Forse ti chiederai, allora come sta andando?

Bene.

Ti risponderei bene, perché è la risposta media per antonomasia, insomma è un po’ come quando incontri un conoscente (per caso o per sfiga sta a te giudicarlo) e alla domanda di rito “Come stai?” rispondi “bene”.

Fa nulla se sono tre giorni che un callo sotto il mellino sinistro non ti fa dormire e che tra l’altro è lo stesso dito che ha scelto di separarsi dal resto del corpo la prima delle tre notti, contro l’angolo del comò, si, perché se ti stai chiedendo che cos’è il mellino, la risposta è presto data: è l’ultimo dito del piede, quello che c’era e che spesso non c’è.

Quello che ti accorgi di avere solo quando di notte girovagando al buio per la camera si scontra con lo spigolo del comò, dell’armadio o della porta ed ecco che d’incanto ti ricordi che esiste, lui. Il mellino. Quel piccolo bastardo.

Comunque.

CrossFit va. Sempre meglio o sempre peggio non lo so.

Io so soltanto che ogni volta che vado mi sforzo di imparare parole nuove. Parole in una lingua strana, che no, non riesco a decifrare. Le vocali non sono considerate, a volte ci sono parole inglesi, altre volte boh, chissà, ma questo è e dovrebbe essere l’ultimo dei pensieri. Anzi, questo è l’ultimo dei pensieri.

Insomma.

Prendi l’ultima lezione per esempio.

Vuoi sapere cosa ho fatto?

Semplice. Ti posto il link, così che puoi vedere cosa avrei dovuto fare. Sì, perché io sono arrivata a 30 dumbbell snatches dell’ ultima serie.

Insomma sulla carta, anzi sulla lavagna, sembrava una passeggiata, e invece no. Fuori pioveva e niente passeggiata, siamo rimasti al box, a fare dumbbell e burpee.

Ora.

Ti sembrerò una pazza. Ma io voglio riuscire a fare tutti questi esercizi nel tempo stabilito. Che poi sono venti minuti eh! Insomma. Perché non ce la faccio.

Ora, se avrai visto il video ti sarai accorto che sì, imparare i termini è proprio l’ultimo dei pensieri, dei dubbi che ti devi porre, dei timori che devi avere.

Devi ( e non per forza di cose in ordine cronologico) ricordarti di:

  • Non perderti via con la scusa del riprendere fiato, ricordati che tempo che passa, e no, non solo in senso metaforico (Insomma fare l’esatto contrario di ciò ce faccio io)
  • Imparare ad alzare pesi. Altrimenti ti ritrovi due giorni dopo a camminare come un anziano appena investito da una bicicletta e magari pure con la sciatica, insomma zoppichi, rantoli e non sai neanche il perché.
  • Respirare. O meglio, cercare di respirare, perché sì, potrà sembrare una stronzata, ma fidati, il respiro è condizione fondamentale per arrivare alla fine dell’ esercizio.

Allora io sono arrivata quasi alla fine.

Sull’ onda dell’entusiasmo, mi sono comprata altre lezione.

Fanculo. Io voglio riuscirci.

 

Male che vada potrò dire d’averci provato.