La felicità fa i soldi oppure sono i soldi che fanno la felicità?

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Non so perché, ma spesso è mentre guido che mi vengono certe perle che guarda, forse è meglio che mi concentri sulla guida.

È quando sono ferma in colonna che seppur non voglio pensarci, le mie perle prendono piede e via, chi le ferma?

Ora.

La risposta è facile, di immediata intuizione, insomma è chiaro che tutti, ma proprio tutti dicano no, non sono i soldo che fanno la felicità.

Ah no?!? Tralascia i luoghi comuni, e prova a pensare più a fondo.

Perché no?

Per me si, o almeno capita che possano essere sinonimo di felicità, capita sì. Nom voglio dire che sempre e comunque dove ci sono i soldi c’è la felicità, ma suvvia, sbagliassero un bonifico e di botto ti ritrovi miliardaria, cosa fai? Non saresti felice almeno per un attimo?

Non venirmi a dire che no quella è solo contentezza, palle! Quella è felicità bella e buona, temporanea, ma pur sempre felicità.

Poi certo se soffri di solitudine, il moroso ti ha appena piantata in asso, è venerdì diciassette ed un gatto nero ti ha attraversato la strada nom una ma ben due volte, certo, in questo caso la sfiga c’ha messo lo zampino( mai metafora fu più azzeccata).

Oppure ti va bene, perché non è detto che sempre e comunque la legge di Murphy diventi realtà, del resto è una legge e noi, popolo italiano sappiamo bene che no, le leggi nom è detto che vengano applicate, o almeno non per tutti allo stesso modo.

Comunque.

Per me i soldi possono fare la felicità.

Suonano dei clacson, ok, riparto.

Karma, nome proprio significato sdoppiabile

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Io ci provo a non arrabbiarmi, davvero eh!ci provo.

Ma poi succede che mentre vai in ufficio trovi un pirla, perché no, non ci sono altri modi per definirlo che ti si posiziona davanti e niente, va a passo d’uomo. Tu gli puoi anche stare a due centimetri dal paraurti posteriore ma lui niente, non schiaccia quel cazzo di pedale!niente di niente.

E poi succede che incontri quella simpatica mamma che qualche giorno fa non hai fatto attraversare che ti guarda sorridendo, come se quel bastardello del karma si sia impossessato di lei.

Niente, anche il bambino sorride, quel simpaticissimo e bellissimo bambino sorride.

E camminano più veloci di te. Di me che che sono in macchina intendo,alla guida, non ferma, o almeno dovrei esserlo.

Quindici minuti è questo il tempo che ho impiegato ieri mattina per arrivare in ufficio, sono tre barra quattro quelli di media,no,parliamone.

È meglio evitare, ho la vena che pulsa, il nervoso che aumenta ed il battito che medita vendetta.

Non è possibile, io credo che a certa gente la patente debbano tagliarla, ma davanti agli occhi.

Anche il vigile si è compiaciuto con me “Marta!finalmente a passo d’uomo in centro paese!”

“Ha visto?!? Sto migliorando..”

“Tu si, ma lui peggiora..”

Ero in macchina io, sì ancora! Ed ho intavolato un qui pro quo con il vigile, no ma parliamone…

“Ritirargliela,no eh?!?”

“Vai Marta, stai facendo colonna!”

Io.

Sono la seconda, se non avessi sto anziano davanti a me non andrei così piano…

Niente.

Arrivo in ufficio in un ritardo per niente di media, subito dopo di me entra un signore, mi giro lo guardo e dico:” ma come razzo palazzo ha fatto sto qui ad arrivare un attimo dopo di me che mentre io parcheggiavo stava facendo il giro dell’isolato?”

Sì l’ho detto ad alta voce… mi ha anche risposto “perché mentre venivo qui c’era una ragazza che probabilmente aveva fretta, ma in centro paese voi giovani dovreste imparare ad andare piano.”

Touchè prendi, porta a casa e vai al tuo posto…

“Marta ha bisogno di te, puoi venire?”

“Certo…”

Non è solo il mio di karma ad essere bastardo…

LUCINE DI NATALE

Ecco ci siamo.

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Pronti? Sta per iniziare quel periodo in cui vedi luci e lucine dappertutto, anche nella mia via, anche a CASA MIA sta per arrivare quel momento in cui sembri un’allucinata cronica.

Quel momento in cui dove guardi guardi sarà tutto illuminato a giorno, la vita diventa ancor più frenetica, la giornata non finisce mai, il cielo è sempre illuminato dalle lucine, esatto da ‘ste odiose lucine.

Ora.

Non è che a me diano fastidio le lucine in sè. E’ l’abbondanza che mi rifiuta, certo è carino vederle appese ai balconi, alcune suonano, altre si accendono al passaggio, altre lampeggiano altre restano spente, fulminate.

Quello che mi da fastidio è accorgermi che non sono mai sola.

Lo scorso anno mi è capitato che, mentre scendevo a portare la spazzatura, in tenuta casalinga (calzettoni di lana nei pantaloni del pigiama) è partita la melodia dal balcone del terzo piano.. E come se fosse una congiura verso di me, uno dopo l’altro tutti i balconi hanno iniziato a sparare i loro volt nella mia direzione.

Bene.

Io, già di mio, non sono molto c’entrata, da noi si dice che mancano un paio di lunedì, io sono uno spirito libero, non bevo, non fumo e non mi drogo, premessa indispensabile per fugare ogni dubbio ad una probabile risposta simil a “Ma che cazzo di droga ti vende il tuo spaccino?”

Ecco.

E’ andata così. Io che passo per più pazza di quello che sono.

Questo periodo sta tornando, e no, la felicità non è esattamente il sentimento che mi pervade.

LE RUBRICHE DI MARTA: SINGLE E FELICE (ma non troppo) #38

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  • Gli ho dedicato una poesia.
  • Conoscendoti è una minchiata.
  • Sempre che mi smonti sul nascere. E invece no, l’ha presa bene!
  • Nel senso che l’ha cancellata con signoria?!?
  • No fammi capire, come si cancella un messaggio con signoria?!?
  • Eh, non so, mi è venuta così…
  • Poi sono io quella con il cervello scollegato, no, ma, parliamone.
  • Ma anche no, dai, non cambiare discorso! Com’è sta poesia?
  • Non puoi capire..
  • Amica, io non posso mai capirti, nessuno ti capisce, sei un’eterna incompresa…Dai, posso smettere di compatirti e vuoi ancora qualche parola smielata?
  • Puoi smettere adesso.
  • Quindi me la fai leggere o cosa?
  • Cosa.
  • Cosa, cosa?
  • Dai, asilo, te la leggo io. Tu non sei capace.
  • Eh già… Va beh, sentiamo.

Ho voglia di te, e non lo dico in senso lato, neanche con un doppio senso, ho proprio voglia di te.

Sentire il tuo sapore, ascoltare la vibrazione.
Sentire la salivazione che aumenta, guardarti e vederti ‘consumato’. Ho voglia di te.

Mi piaci in ogni forma, ne ho bisogno, lo so, ma non è il momento giusto.
Cosa ci posso fare?

Ho voglia di te e, per adesso ci posso solo pensare.

LETTERA MAI LETTA AL CIOCCOLATO MILKA

 

  • Amica, tu hai dei problemi. Davvero, però!
  • Ok, quando avrai smesso di ridere ne parleremo seriamente, ok? No perché adesso non hai alcuna influenza su di me…

SOLO COSE BELLE.

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Era venerdì 17. Ed anche io ho ricevuto la mia dose di “sfiga”, che poi sfortuna non è, pare che sia ben altro, ma ai posteri l’ardua sentenza.

Vi ricordate dell’ amica gonfia che si è sgonfiata? Bene!

Oggi la sento, mi dice che il pargolo non fa la cacca, e voi direte: “si ok, ma a me!”

Eh no… E’ un problema, perché si da il caso che lei sia uscita da quel periodo che ingloba le neo mamma, parlo della simbiosi.

Ecco.

Lei è da poco uscita da questa fase, chiede se ci vediamo, scambiare due parole, fare quatto risate, e fin qui, nulla che non vada.

Il problema è uno. E uno soltanto.

Io non ho feeling con i bambini, l’istinto materno m’ha abbandonata da mo’. Ecco. Allora abbiamo patteggiato che non dovrò in nessun caso eccezionale prendere in braccio, toccare, far sopravvivere il pargolo.

E fin qui, nessun problema.

Ma.

Se il pargolo fa la cacca ( cosa che fa raramente a detta della mamma) io dovrò cambiarlo. Ora. Sono in difficoltà.

Una cosa non capisco.

Come si fanno i bidet ai bambini? Esistono delle spazzole apposta? Cioè, capisco che l’argomento è spinoso, ma ci sto pensando da venerdì pomeriggio. Le salviettine sono sufficienti per non entrare in contatto con quell’arma chimica altrimenti detta “cacca degli angeli”?

Mah, resto nel dubbio, nel frattempo rimando…