RI-BLOGGO. BHUTADARMA

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Quante volte hai visto queste immagini in televisione?

Un sacco, ammettilo.

Quante volte ti sei soffermato a leggere e capire?

Quasi mai, ammettilo.

Adesso puoi redimerti.

Leggi qui, scoprirai un sacco di cose interessanti. Il grnachio rosso, la formica gialla, insomma un sacco di colori del mondo animale.

E se è vero che la pet terapy aiuta, perché non provare a leggere un articolo?

Insomma, loro (i granchi) superano barriere per raggiungere il loro obiettivo. Tu invece ti fermi davanti al primo ostacolo.

Suvvia, leggi e impara

Bhuta e l’isola di Natale

PENSIERI DI UN ANIMALE QUALUNQUE

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Facile a dirsi più difficile a farsi.

Mi piacciono gli sciogli lingua, ancora di più quando faccio fatica anche solo a pensarli.

CONTORTA. Spesso mi sono sentita dire che sono una persona contorta, è vero.

Voglio un uomo con la U, ma voglio non si deve dire. Questione d’educazione.

Lo voglio con una determinata cultura, e poi m’accorgo d’essere la prima con lacune senza fondo. Magari un fondo ce l’hanno ma che fatica guardare giù.

Insomma, non so nemmeno io cosa voglio.

Difficile scegliere quando hai le idee confuse.

Ancora di più quando non è che puoi scegliere, ma ti devi adeguare.

Devo comprarmi un gatto. Ecco quale fine farò.

Io, un gatto che sputa peli e una lettiera, e poi magari farò come quel dj della radio. Quello che ha portato il gatto al mare, quello che legge nella mente del suo animale.
Quello stesso animale che arrivato in spiaggia ha pensato “Ma questa lettiera infinita?”.

EHNNIENTE.

Scema io, con o senza animale domestico.

Che poi i gatti non mi piacciono neppure, insomma, sono troppo autosufficienti. Fra un po’ ti portano anche la spazzatura all’angolo della strada, dai non si può neanche pensare:

“Padrone, esco a fare un giro, ti porto fuori il sacco?”
“Grazie Felix!”

MA ANCHE NO. Pazza, sono una pazza.

Mi faccio certi film che guarda…É il finale che purtroppo è sempre lo stesso, del resto un saggio lo diceva, il più bel finale non è ancora stato scritto.

Io non lo so cosa mi passa per la mente, io so soltanto che a volte partono certi flash.
Marta, e un gatto. NAH. Cosa diavolo mi salta in mente?

Meglio un cane.

Che poi dovrei curare. Portare a spasso, dal veterinario e magari dall’estetista, e poi c’è quello che lo lava, quello che l’asciuga, quello che gli fa i massaggi.
Diventerei dipendente del doggy style, e a me me certe etichette vanno strette.

No. Anche questa ipotesi non va bene.

La coda sta ripartendo, è meglio che mi concentri sulla guida e tralasci questi pensieri inconcludenti.

 

GECO

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Ti è mai capitato? Voler a tutti i costi assistere ad una conversazione nella quale no, non dovresti proprio esserci.

Mi spiego meglio.

Ti è mai capitato di dire: “Caspita, vorrei essere una mosca per vedere la reazione di tizio…”

Ecco.

Io da oggi in poi dirò “vorrei essere un geco.”

Il geco si mimetizza, e fin qui, nulla di strano.

Il geco, anzi un geco, perché sarebbe meglio dire un geco qualsiasi, vive molto di più di una mosca.

Il geco è più carino, simpatico, divertente di una mosca.

Certo, essere un geco potrebbe comportare diversi problemi a livello di cervicale, mal di schiena e giramenti di testa, ma…se fossi una mosca con non so… la labirintite per esempio? Potrebbe essere un problema, e non di poco conto.

Il geco è un’ antizanzara per eccellenza. Insomma, si nutre di zanzare, quindi potresti continuare imperterrito a coltivare i tuoi fiori di loto in quell’acqua stagnante senza che il resto dei componenti del tuo nucleo familiare t’ incolpino d’essere un allevatore seriale di larve di zanzara.

Insomma, il geco ha il suo perché e se non ti basta sappi che:

  • Il geco è un rettile, molte specie animali lo temono, solo per l’appartenenza alla categoria;
  • Il geco si riproduce per partenogenesi, cioè non ha bisogno del maschio (viva le donne!!!!);
  • Il geco è un portafortuna.

 

ELEFANTE

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pixabay

Lo sapevi che l’elefante è l’unico mammifero a non saper saltare?

No non c’entra un piffero la mole, non può farlo e basta, così come un canguro salta solo se la coda parte da terra, così come la giraffa non può parlare… così come tanti altri animali hanno la loro caratteristica speciale.

Ecco.

L’elefante non può saltare.

Così come io oggi non posso muovermi, perché l’acido lattico mi sta logorando ogni muscolo conosciuto e sconosciuto.

Esatto.

Crossfit, che sia ben chiaro, sta diventando la mia nuova malattia, mi sta dimostrando che no, non sono così acculturata da conoscere ogni muscolo del mio corpo, che no, ce ne sono un sacco di sconosciuti, che sì, oggi sento tutti, e tutti insieme.

Ora.

Le braccia restano semi piegata, come.. come per esempio quando fai la flessione, ecco le mie braccia sono così da h ventiquattro e no, non è bello; prendere un faldone dallo scaffale in ufficio si sta rivelando difficile, mi devono servire, e poi non posso lamentarmi, servita e riverita, in ufficio, come dire cornuta e mazziata in qualsiasi altra parte.

No.

Essere servita in ufficio significa che tu devi dare il mille per mille. Otto ore seduta ad inserire dati, elaborare numeri, verificare conti, se non ti muovi, se non ti alzi, è ovvio che devi dare ancora di più, no?

Domani passerà, non credo che l’acido lattico mi resti in corpo a vita, o almeno così dovrebbe essere. Io spero, poi si sa… La speranza è l’ultima a morire, no?

 

ANIMALI PIETRIFICATI

 

Ho sempre pensato che l’Africa nascondesse paesaggi meravigliosi.

Ho sempre creduto fortemente nel mal d’Africa.

Ho sempre pensato che un artista si definisce tale quando riesce a stupire.

E lui è un artista.

La notizia è questa:

Il Lago Natron

Il Lago Natron, in Tanzania, è un lago salino di bassa profondità, la cui concentrazione di sodio è tale da rendere l’acqua viscosa al tocco: non solo, attira colonie di cianobatteri responsabili per la caratteristica colorazione rossa-arancione delle sue acque.

Il Latron, il carbonato idrato di sodio, un sale minerale che nell’ antico Egitto veniva utilizzato proprio per imbalsamare le mummie. Gli egiziani lo raccoglievano dal letto dei laghi alcalini ormai secchi, e lo utilizzavano per le sue proprietà prosciuganti ed antibatteriche: se immergete un corpo nel natron, esso ne risucchierà tutti i liquidi e, contemporaneamente, i microorganismi responsabili della decomposizione saranno mantenuti a distanza.

In realtà gli animali, morti per cause naturali, sono caduti nelle acque del lago e sono stati preservati per diversi mesi dai sali che esse contengono. Brandt li ha “ripescati”, e posizionati per ottenere esattamente l’effetto voluto.

 

La cosa forse più interessante della nicchia ambientale del Lago Natron è che, nonostante esso sia piuttosto inospitale per la maggior parte delle forme di vita, non è affatto disabitato: sulle rive, infatti, dove sorgenti minerali calde moderano la salinità dell’acqua, proliferano alcuni tipi di alghe; queste alghe sono un cibo particolarmente ricercato da una specie di tilapia – un pesce tropicale – che vive nei pressi delle sorgenti, e dai fenicotteri.

Il Lago Natron è uno dei luoghi di nidificazione principali per i fenicotteri. Questi ultimi non soltanto riescono a filtrare, con il becco, le alghe dall’acqua salata, ma addirittura sfruttano a loro vantaggio l’ambiente poco confortevole: costruiscono i loro nidi fangosi vicini alla riva, in modo che la poca acqua che li circonda (viscosa, imbevibile, dall’odore nauseabondo) costituisca un efficace deterrente per i predatori.