LA MIA SETTIMANA IN MALATTIA

Dopo dodici anni di lavoro per la prima volta nella mia vita lavorativa ho preso una settimana di malattia.

Tralasciamo il motivo che mi riporta alla memoria una figura professionale assai barbina che per molti è un amico e per altri è un perfido.
Sì, sono tornata dal dentista. Eh vabbè.

Ho passato le giornate a scrivere, telefonare, provare a crearmi nuovi contatti, mettere le basi per un futuro. Una figata. Ma vabbè, anche questa è un’altra storia.

Hai presenti i postini che sfrecciano sui loro bolidi che non sono altro che motorini super rumorosi.
Ecco.
Dalla finestra della mia camera mi sono ritrovata ad osservare come il mondo funzioni alla perfezione e siamo sempre e solo noi a incastrare male le cose da fare.

I postini si muovevano come un formicaio perfetto.
Avanti, indietro, avanti e indietro.
Non so perché mi sono fermata a pensare a questa cosa.

E poco dopo, in facebook, ho visto le immagini dei driver della posta che pensano di avere tra le mani un missile e si ribaltano come nulla fosse.

Ecco.
Ho iniziato a ridere come una stupida.
Il postino ha suonato alla porta:
“Marta! Tutto bene?”

“Sì, stavo guardando le immagini dei tuoi colleghi…”

“Lascia stare…parlano di innovare il parco trasporti e poi danno le macchine a perfetti imbecilli! E io intanto devo andare avanti con questo bolide che segnala il mio arrivo a chilometri di distanza.”

Desolata.
Si stava meglio quando si stava peggio. Ma davvero?
Ecco.
Ho smesso di ridere. Ancora una volta l’opportunità di migliorare alcuni si è scontrata con l’opportunismo di altri.

E comunque quelle immagini sono davvero spassose. Fino a quando non incontri il postino del paese che acqua, sole, vento e tempesta DEVE consegnarti la posta con il motorino.

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RI-BLOGGO

Eccoci.

Non solo la sola a sperare che un piccolo genio faccia capolino nella mia vita e riesca a realizzare il mio desiderio.

Ma se i desideri fossero tre? Tu cosa sceglieresti.

Penso, ripenso, e di nuovo mi fermo a pensare.

Quando sono così, capita che sfoglio la home e leggo articoli.

Tutte le volte succede che mi ritrovo faccia a faccia con i miei pensieri, anche questa volta.

Vuoi conoscere il suo pensiero? Erodaria è l’artefice!

QUARESIMA

Ehi! Da oggi inizia la quaresima.

Sì, sono in ritardo.
Mi sono accorta adesso.

Vuoi la fortuna oggi ho rispettato le regole.

Niente carne e solo pesce e via di fioretti.
Niente dolci e vizi e stravizi. A sto giro la vedo difficile, ma intanto ci provo.

Giorno 1 superato con successo!

Ah! Da domani tutte le volte che avrò voglia di mangiare un cioccolatino scriverò un post.

La mia penitenza che si riversa su di voi!
La #SaggiaMarta è diventata #SadicaMarta

IL TRENO

Eppure a me restare a guardare il treno che passa piace un sacco!

Anche oggi mi è capitato.
In realtà non è proprio un treno ma un trenino.
Anzi no.

È il trenino della Dalmine.
Un’azienda molto importante della mia zona che utilizza (anche) il trasporto su rotaie.

Quando mi capita di incrociarlo resto incantata a guardarlo.
Esatto come quando le mucche guardano i treni.
Resto proprio così con la bocca semi aperta, un mezzo sorriso, il motore spento e incantata guardo questo trenino che anche mio nonno ha utilizzato passare imperterrito sulle rotaie.

Senza mai sbagliare rotta.
Avanti e indietro.
Arriva lui e tutto si ferma. Statali e arterie stradali importanti e non.

Ecco.
Mi piacerebbe essere così.
Riuscire a restare in equilibrio sulla mia rotaia e non avere nessun dubbio sul fatto che sì, incontrerò un sacco di ostacoli, ma ci sarà sempre qualcuno che mi lascerà passare.

Oggi sono poetica.
Va così, domani chissà.

E comunque guardare i treni di una volta che sferragliano sulle rotaie con quell’andamento lento e costante è una figata pazzesca.
Nessun superveloce potrà mai trasmettere la stessa poesia.

E poi dietro di me un camionista imbizzarrito suonava il clacson senza sosta, come si fosse incastrato e sbraitava imperterrito.
Chissà perché non apprezza il trenino che passa.
Chissà perché non nota la bellezza di questo mezzo di altri tempi.

Mi sono risposta, per caso forse, sono riuscita a darmi una risposta.
Non siamo tutti uguali, ognuno di noi nota piccole sfumature che per altri sono solo seccature.

Dobbiamo trovare quelli che vedono i nostri stessi dettagli, solo così possiamo convivere e non coesistere.

Saggia, eh?