MANCHI, PROPRIO DI BRUTTO

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I mille impegni mi tengono la mente occupata.

Sto facendo fatica a scrivere quattro pensieri sul mio diario cartaceo, figuriamoci sul blog!

Sono un po’ triste e un po’ no.
Da un lato sono felice di avere mille cose da fare, dall’altro sento che mi sto perdendo qualcosa e che faticherò a recuperare.

Ma non demordo.

Dicevo.
A parte questo momento di pura nostalgia io continuo a muovermi con la macchina.
Tutte le mattine infra settimanali per andare al lavoro. TUTTE.

E con me anche tutte quelle simpaticissime mammine che accompagnano i satanani a scuola.
E che li portano in classe, e che salcazzo perché ma:

  • Il freddo.
  • Lo smog.
  • L’eccessivo acido lattico dovuto alla sessione intensiva sportiva del piccolo di casa.

Parcheggiano con i piedi – e intendo il modo di dire – e io mi irrito.
Caspita se mi irrito.

Il mio cervello fa fumo.

Certi disagi non cambiano mai.
Per il resto tutto ok.

Ecco questa è stata la risposta che una mia amica ha ricevuto qualche tempo fa quando – per errore – ha chiesto: “Come stai?”

 

TIMONE

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Eccomi di nuovo in coda.
In centro paese, a due minuti scarsi (a piedi) dal lavoro, ma no, non posso scendere dalla macchina, sfanculare quel simpatico autista davanti a me scatenando una reazione a  catena, che sal cazzo dove potrebbe arrivare.

Devo stare qui.

Ferma, in attesa di salcazzo cosa.

Oggi sono così. Acida.

Cerco di spostare l’attenzione per evitare d’incattivirmi a oltranza.
Trovo un dettaglio, mi concentro, evito di pensare a sto qui che per fare una manovra deve chiedere il parere al simpa che sta andando a controllare un cantiere, sempre i soliti.

Hai mai pensato che il volante della tua auto potrebbe diventare il timone della tua vita prossima futura?

É molto semplice, stamattina ho pensato a questa cosa.
Pensa se invece che girare a destra, ovviamente appena questo si leva, e parcheggiare, io girassi a sinistra e iniziassi a guidare così senza meta (alla cazzo per rendere l’idea!).

In quanti verrebbero a cercarmi? Non tanto perché preoccupati, più che altro perché in preda alla necessità di un mio aiuto, di avere in cambio quel qualcosa che adesso danno per scontato.

Forse nessuno, siamo tutti utili e nessuno è indispensabile, ma io sarei libera, libera per davvero, da tutte le incombenze che il quotidiano richiede, libera da vincoli orari e locali.

Ecco.

Credo che questa cosa mi stia prendendo un po’ la mano, sarà meglio che parcheggi e torni alla mia routine.

 

PARE CHE.


Pare che arrivi la neve.

Come ogni anno l’incubo ha inizio.

Giardo il cielo mille volte al giorno, manco m’aspettassi chissá quale colpo di fortuna.

Sfoglio l’almanacco, on line dia chiaro, meglio di frate indovino, cerco, guardo, leggo elaboro.

Rosso di sera bel tempo si spera…il cielo rosso chiama neve…vedrai come sarà buono il pane dice mio padre.

No alt. 

La neve va bene in montagna, l’acqua al mare, in pianura il verde.

Non iniziamo a fare i globalizzati da poveri!

Perché dobbiamo per forza di cose mischiare tutto?!?

Ora. 

Se si scia in montagna e non in città…ci sarà un motivo, no?

Se il bagno si fa al mare, al massimo in piscina…perché dobbiamo metterci a nuotare amche durante una bomba d’acqua (tanto di moda) in una primaveraqualunque?!?

Vuoi la neve? Vai in motagna!

Vuoi l’acqua? Vai al mare.

Quindi, caro mio meteo, ascolta le pretese per niente modeste di una bergamadva qualunque.

Sii coerente e non far sì che la neve arrivi qui. In pianura.

Grazie, eh!

Karma, nome proprio significato sdoppiabile

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Io ci provo a non arrabbiarmi, davvero eh!ci provo.

Ma poi succede che mentre vai in ufficio trovi un pirla, perché no, non ci sono altri modi per definirlo che ti si posiziona davanti e niente, va a passo d’uomo. Tu gli puoi anche stare a due centimetri dal paraurti posteriore ma lui niente, non schiaccia quel cazzo di pedale!niente di niente.

E poi succede che incontri quella simpatica mamma che qualche giorno fa non hai fatto attraversare che ti guarda sorridendo, come se quel bastardello del karma si sia impossessato di lei.

Niente, anche il bambino sorride, quel simpaticissimo e bellissimo bambino sorride.

E camminano più veloci di te. Di me che che sono in macchina intendo,alla guida, non ferma, o almeno dovrei esserlo.

Quindici minuti è questo il tempo che ho impiegato ieri mattina per arrivare in ufficio, sono tre barra quattro quelli di media,no,parliamone.

È meglio evitare, ho la vena che pulsa, il nervoso che aumenta ed il battito che medita vendetta.

Non è possibile, io credo che a certa gente la patente debbano tagliarla, ma davanti agli occhi.

Anche il vigile si è compiaciuto con me “Marta!finalmente a passo d’uomo in centro paese!”

“Ha visto?!? Sto migliorando..”

“Tu si, ma lui peggiora..”

Ero in macchina io, sì ancora! Ed ho intavolato un qui pro quo con il vigile, no ma parliamone…

“Ritirargliela,no eh?!?”

“Vai Marta, stai facendo colonna!”

Io.

Sono la seconda, se non avessi sto anziano davanti a me non andrei così piano…

Niente.

Arrivo in ufficio in un ritardo per niente di media, subito dopo di me entra un signore, mi giro lo guardo e dico:” ma come razzo palazzo ha fatto sto qui ad arrivare un attimo dopo di me che mentre io parcheggiavo stava facendo il giro dell’isolato?”

Sì l’ho detto ad alta voce… mi ha anche risposto “perché mentre venivo qui c’era una ragazza che probabilmente aveva fretta, ma in centro paese voi giovani dovreste imparare ad andare piano.”

Touchè prendi, porta a casa e vai al tuo posto…

“Marta ha bisogno di te, puoi venire?”

“Certo…”

Non è solo il mio di karma ad essere bastardo…

PUNTI DI VISTA.

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Tanto lo sappiamo, no? È una questione di punti di vista. Per tutti. Sempre.

Ora sicuramente penserai che sto dicendo una boiata immane. E invece no. Punti di vista.

“Sei un genio,mai nessuno come te”

Grazie, lo so, in alcuni periodi del mese riesco a convincere anche le persone che mi stanno intorno di questa cosa, capita si.

Altre volte invece questa frase mi viene detta da persone che mai e poi mai avrei pensato potessero dirmi una frase simile.

Devo scegliere. La considero come un complimento?

Si. Mi piacerebbe, ma no non posso.

L’ultima in ordine di tempo, ma non ultima nella vita, perché suvvia, non possiamo mai dire mai.

Insomma.

Stavo dicendo che l’ultima persona che mi ha detto questa cosa era una di quelle impensabile…

Lui. Il mio meccanico “Marta sei un genio”

È un complimento? È una presa in giro? Sono punti di vista.

Non entro nel dettaglio di cosa e perché abbia portato quel grande uomo ad una conclusione tanto ovvia, ma.

Ma. Sto continuando a riflettere su come spesso, parole messe vicine possano avere molteplici significati.

Sono un genio, e si lo so.

Sono stata in grado di preferire il blu al verde, io che ho eletto come colore preferito il verde.

Ho chiamato il mio meccanico dicendo che “non pensavo fosse un problema”

Mi ha detto che sono in genio.Io.

Ho cambiato il colore della benzina, e no non è stata una grande trovata.

Insomma, io che di solito faccio venti euro ho optato di fare il doppio, quaranta, non di verde ma di blu. E niente.

Alla mia macchina il blu non piace.

Il meccanico sorride, forse per la fattura che a breve mi farà rizzare tutti i capelli che ho in testa,o forse perché in fondo anche lui lo sa. Io sono un genio, sono in grado di tenere in movimento il commercio. Sempre. A mio discapito.