A SCUOLA

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BROTAR.

La parola della settimana è Brotar. Significa sbocciare.

Siamo in Primavera e come potevamo esimerci dal hablar di qualsiasi cosa non sbocci?

Suvvia. É cosa nota che in Primavera le piante diventano tutte belle colorate con tanti fiorellini di lillà, che il sole splenda alto in cielo, che il cielo sia azzurro.

Mi sono lasciata prendere.

Ho scoperto che anche se una parola non suona in maniera dolce può significare un qualcosa che innesca pensieri positivi.

Ecco.

Smettiamola con questo pregiudizio che se una parola ha un suono “duro” allora ha un significato negativo.

Basta.

I miei fiori stanno per brotar. E io ne sono super orgogliosa. Che poi, il plurale è esagerato.

Io ho una rosa gialla, che fa un fiore l’anno, che curo con una parsimonia maniacale, che tanto non cresce neanche se la drogo, però va bene così.
Mi hanno insegnato che meglio poco che niente. E io mi accontento, non è che abbia altre alternative.

Insomma.

Quando starà per brotar lo potrò gridare a gran voce. Tanto ormai lo posso dire anche in spagnolo, chi mi può fermare?!?

 

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A LEZIONE DI LUOGHI COMUNI

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Al corso di spagnolo facciamo conversazione.

La professora si impegnata a trovare argomenti ricchi di spunti che permettono a noi studenti di trovare una motivazione (sempre differente) per discutere, disquisire, scambiare opinioni.

La scorsa settimana abbiamo parlato del luoghi comuni.

Partendo da un testo in cui viene detto quali sono i luoghi comuni degli spagnoli, noi abbiamo messo in piedi una discussione su quali sono i luoghi comuni degli italiani.

Diamo per scontato i soliti tre: PIZZA MAFIA & MANDOLINO.

Ma poi?

Poi ce ne sono altri.

  • C’è chi dice che mangiamo solo spaghetti.
  • C’è chi pensa che lavoriamo poco.
  • C’è chi sostiene che non sappiamo esaltare la nostra arte, quella dei nostri avi, i monumenti e tutti i personaggi che gravitano intorno (a volte l’hanno proprio costruita) alla nostra cultura.

Bene.

E poi arriva il mio turno.

“Marta, dime lo que piensas!”
“Bale! ¡Professora!¿estás segura?”
“Porque no..”
“Bien. Para mí, las mujeres no saben cómo aparcar”
“¡Marta! Tu eres una mujer!”
“Sí, Clara, lo sé, pero es cierto para mí. No sé dónde estaba cuando el instructor me lo explicó ..y por eso…Yo no lo sabe hacer.”
“Bale. Seguimos.”

Perché io sono così, vado a scuola e dico la mia.

Insomma.

Io non so parcheggiare, è un luogo comune, nel senso.

Io faccio parte della società sono un “pericolo” e quindi la società deve prestare attenzione laddove io decida di parcheggiare e scendere dalla macchina.

Sia chiaro!

Il problema si presenta solo se devo fare un parcheggio ad S ed il giorno prima mi sono ammazzata di pushup, quindi mi muovo e sterzo con un dolore lancinante nelle braccia.

Il problema non è mio. É dei pushup, che indolenziscono in maniera (troppo) elevata i miei bicipiti.

Ecco.

Alla fine in vena di confidenza, anche altre compagne di classe hanno ammesso di aver (talvolta, e non raramente) avuto problemi a parcheggiare.

Che poi.

Spesso si dice che noi non lo sappiamo fare.

In realtà è perché noi femmine abbiamo sempre mille cose da fare, sappiamo fare più cose contemporaneamente (il nostro cervello ce lo permette) e quindi non possiamo concentrarci sul parcheggio, siamo già alla fase successiva.

Ecco.

Ho svelato l’arcano.

Ora posso andare a letto tranquilla e pensare alla prossima lezione….

DISPERATA

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Sono la disperazione fatta a persona.

Sto facendo dei sogni che no, non vorrei fossero premonitori.

Dormo male, io, io dormo male, incredibile ma vero.

Sono tutto sommato disperata.

Tralasciamo le mille tragedie (non solo greche) che stanno riempiendo la mia giornata, l’ultima in ordine di tempo è una difficoltà limitativa mentale.

Mi spiego.

Sono talmente giù di morale che anche le parole fanno fatica e defluire.

Insomma.

Vengo al dunque, così mi posso prendere tutti gli (EVENTUALI) insulti del caso e tagliare la testa al toro ( per buona pace degli animalisti).

La scorsa settimana ho ricominciato il corso di spagnolo, pensavo di sapere tutto io, che sarebbe stato inutile.

Invece.

SONO UNA POVERA IGNORANTE!

Mi sentivo fuori luogo, fuori tempo.

Mi ricordo poco e un cazzo, faccio fatica a seguire la professora, insomma, a questo corso non posso rinunciare.

Io che pensavo di conoscere lo spagnolo, mi sono resa conto che no. Ho dimenticato.

E niente, è una settimana che mangio pesce, non so se serve, ma almeno mi tengo in forma!

LA RUBRICA SPAGNOLEGGIANTE #64

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LA RUBRICA SPAGNOLEGGIANTE #63

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