Nel mio dialetto è quasi un intercalare.
Se parli con qualcuno che, per un motivo o per un altro, non è esattamente d’accordo con te, lo insulti.
In amicizia, sia chiaro!
Ecco.
La stessa cosa è successa qualche giorno fa in ufficio.
Stavo parlando con una collega, stavamo discutendo e (come spesso accade) avevamo posizioni diametralmente opposte.
Bergamasca io, bergamasca lei.
É un appunto importante.
Ecco.
Ad un certo punto della “discussione” o meglio della diatriba, lei mi guarda, si prende quei tre secondi canonici di silenzio per creare attesa e dice:
“Cò de gòma!”
Ho iniziato a ridere. Come una bambina.
Era una vita che non sentivo più questo insulto.
L’ho fatto mio.
anche stamattina con il vecchietto che sceglie di fare una pausa durante la passeggiata proprio dietro alla mia macchina:
“Cò de gòma! Spòstes?”
Mi guarda e sorride.
Mi ha capito di sicuro, ma forse anche lui ha collegato questo insulto a qualcosa di divertente, come ho fatto io.
Che poi.
Cosa ci sia di divertente, di preciso, non lo so.
Ma è un insulto carino, no?
Ah! Il significato letterale è testa di gomma.