RI-BLOGGO.

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Spesso mi capita di leggere articoli che caspita (!) mi piacciono un sacco.

Spesso succede che dopo poco, dimentico l’autore e via, vado oltre.

Bene.

Ho deciso di fare una cosa.

Da domani, ogni domenica (il tempo è indefinito, o meglio, fino alla mia prossima brillante idea!) ri-bloggo i post che mi hanno colpita per un motivo qualsiasi.

Bene.

Partirò dalla prossima domenica e il primo post che ribloggherò sarà una presentazione. La mia.

 

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PILLOLE DI FELICITà: CAPITOLO 34

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-Marco? Ma..ma…

-Si, hai capito bene

-Quindi….

-Si Lucia, io e Susannah..

-Come scusa?!? Puoi ripetere? No, aspetta, fammi capire…

Marco scoppiò in una fragorosa risata, una risata di evidente origine nervosa.Aveva cercato in tutti i modi di spiegare con calma la situazione a Lucia, era andato a trovarla pure a casa ma senza risultato.Ora invece ne aveva l’opportunità malgrado la situazione non fosse delle migliori, si trovava nell’altrio di un palazzo, con un figlio in arrivo, la compagna stesa a terra sofferente e la sua ex migliore amica d’infanzia inebetita ad assistere alla scena.

-Aspetta. Stai zitto e smettila di ridere, non ti sopporto quando ti comporti così. Spiegami tutto con calma! Che fine ha fatto Carla? E questa chi è? Da dove salta fuori? E’ incinta! Anzi è quasi arrivata allo step successivo! Marco! Cosa diavolo hai combinato??

Le sirene dell’ambulanza arrivarono in soccorso di Marco che riuscì a spostare l’attenzione sulla povera Susannah. La ragazza intanto respirava a fatica stesa a terra e impegnata com’era a sopportare il dolore quasi non aveva fatto caso a loro.

-Non pensare di farla franca. Appena uscirai dalla sala parto mi dovrai spiegare tutto…

-Non vedo l’ ora Polpetta! Sono giorni che t’inseguo cercando di spiegarti tutto…

-Vai. Altrimenti ti prendo a sberle!

Marco salì in ambulanza con Susannah e partirono in tutta fretta per l’ospedale. Lucia invece rimase lì in balia dei suoi pensieri, confusa. Si sedette su un gradino della scala che portava al piano superiore, testa poggiata sui palmi delle mani, cercando di trovare il filo della storia. Non ci riuscì. Ritornò sulla terra quando si sentì toccare una spalla. Era una signora, sui cinquanta, che carica di borse della spesa non riusciva a passare. Lucia chiese scusa, si alzò liberando la scala e guardò l’orologio. Si accorse che aveva passato lì quasi un’ora e di getto uscì in strada e fermò un taxi.

– All’Ospedale, grazie.

Disse all’autista nel suo perfetto inglese senza lasciar trasparire nessuna emozione.

Giunta a desitnazione corse subito verso il reparto di ostetricia dove trovò Marco che passeggiava freneticamente avanti ed indietro per il corridoio, non gli avevano acconsentito di entrare forse, o forse lui non se l’era sentita.

-Eccoti. Ti va adesso di spiegarmi con calma cosa sta succedendo? E che fine ha fatto Carla?

Marco, finalmente fermo, la guardò rassegnato, sospirò, la invitò a sedersi accanto e cominciò a raccontarle tutto, questa volta per davvero, questa volta dall’ inizio.

Scritto in collaborazione con NEOGRIGIO

CHE POI.

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Qualche sera fa riflettevo.

Ora.

Già questa frase senza continuazione lascia trasparire una serie di giustificazioni che raziocinio levati proprio! Ma.

Dicevo.

Come sempre c’è un ma che non lascia intendere nulla di buono ma ha il suo perché.

Bene, perché.

Riparto, perché ho come il dubbio di aver confuso te che leggi, o forse no, semplicemente dirai “Ma questa, c’è o ci fa?”.

Ora.

Se me lo chiedi apertamente sicuramente la mia risposta sarà “Dipende”, che anche detta così lascia il tempo che trova, ma per me veramente “dipende”.

Riparto.

Qualche sera fa, dopo un’osservazione del mio amico di penna (NEOGRIGIO, per chi non lo conosce ancora, lo consiglio – ho fatto la rima #BravaMarta!) mi sono accorta ancora una volta di essere una femmina poliedrica.

Insomma.

Riesco ad essere sarcastica, masochista, femminile, “innamorata” (così dice lui, no no, anzi magari, penso io), spietata, in una volta sola, o in un paio di volte.

Ecco che, dopo avergli inviato la mia visione del capitolo per il nostro racconto lui se ne esce con un “Ehi, harmony, per cena?”, io rido, perché no, ho cenato con cibo biodegradabile, ma non con la carta, che per quanto possa essere respect-nature, mi è ancora quell’attimo indigesta.

Insomma, questa sua battuta mi ha dato modo di riflettere.

E’ vero, sono una femmina complessa.

Comunque tutto “dipende” anche il mio esserci o farci.

Dipende da un sacco di cose, ma una su tutte dipende da quell’inghippo, che noi femmine ci portiamo appresso una volta al mese.

Insomma, dipende da dove sono gli ormoni.

Dipende se durante la giornata mi sono arrabbiata una due o cento volte.

Dipende se il Lui di turno mi ha considerata e dedicato tempo, oppure se mi ha relegato in un angolo in attesa di un giorno migliore.

Dipende..

Che poi.

Che poi, io, per come sono, mi faccio una bella risata, e ciaone!

Ecco.

Con il mio amico di penna ho sorriso, e mi sono posta il problema che forse avrei dovuto rendere Lucia un po’ più audace…Ma. Ehi! C’è sempre tempo!

Quindi preparati, se l’hai trovata romantica a breve potresti trovarla audace.

Tutto dipende da cosa mangio per cena.

 

IO IL CAFFE’ LO BEVO AMARO PERCHè

Alcune storie non sono fatte per essere raccontate..
Bene, teniamo fede al mistero e parliamo d’altro.

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Immagine presa dal web

Ieri sera, sono rimasta colpita da uno dei Vostri post, l’ artefice è Ehipenny ho letto un post che parlava di “chi non l’ ha mai fatto..” ed ho commentato dicendo..
Chi non ha mai messo il sale nel caffè la mattina appena sveglio?

Poco dopo mi sono accorta che io il caffè lo bevo amaro, okay, questo è l’ennesimo esempio di quanto la mia storditaggine abbia preso il sopravvento su di me.
Poi mi fermi, rifletto e penso, ma perché io il caffe sono anni che lo bevo amaro?
Riesco a darmi risposte che mi stupiscono, si lo so sembra strano che mi faccio domande, mi rispondo da sola, ed in più mi stupisco, ma questo è quanto è successo. Necessito di una visita da uno bravo, da uno psichiatra che non abbia grilli per la testa.
Si, sai perché? Una leggenda dice, che poi forse tanto leggenda non è , se stai con lo zoppo impari a zoppicare, no?!?.
Dicevo.
Una leggenda dice che gli psichiatri sono i primi pazzi. Loro curano la pazzia insegnandoti un altro genere di pazzia, ancora una volta è solo ed esclusivamente una questione di prospettive, bizzarre, ma pur sempre prospettive.
Io il caffè lo bevo amaro perché.
Mi piace di più, lo zucchero fa venire le carie, aumenta il colesterolo ed i trigliceridi, con lo zucchero non assapori il gusto amaro del caffè, eh be certo! Se non lo zucchero?!?
Il retrogusto dura di più, forse, se non accendessi una sigaretta immediatamente forse lo potrei notare.
Potrei elencare altri mille motivi, certo barando, facendo una rapida ricerca su google, ed evitare di scervellarmi per pensare ad altre forme ed eventuali motivazioni.
Ma non lo faccio, perché non sono mai stata brava a giustificarmi, e poi io il caffè lo bevo così, tu bevilo come caspita ti pare.
Freddo, caldo, a temperatura ambiente, shekerato, con il latte, senza latte ma con la correzione, che poi, qui aprirei una parentesi.
Perché il caffè corretto si chiama così? Bere il caffè liscio o in qualsiasi altra maniera è sbagliato?? Mi ci vedi la mattina al bar ancora con mezzo corpo incastrato nel piumino a bermi un caffettino corretto? No, per me è giusto anche il caffè liscio, certo, in un bicchiere di vetro, tiepido e senza zucchero.
Chissà da dove prende il nome, e ce ne sono tanti altri eh… Mokaccino, marocchino, che di questi tempi è di moda, shekerato, con il cacao, con il cioccolato, in tazza grande con lo zucchero di canna, con il dietor, d’orzo, al ginseng, di cicoria.
Insomma il caffè c’è in mille varianti, resta fissa l’idea che a me piace senza zucchero, perché… Non so nemmeno io il perché.

TAG – GLI ESORDI

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Questa mattina sono stata taggata in un (UNA?!?) Tag.

Il titolo è “PERCHé è NATO IL TUO BLOG?”

Considerando che sono “attiva” da poco più di due mesi, due miseri mesi, che poi se li guardi da un’ altra prospettiva ti accorgi che sono molto più di 60 giorni… è risaputo che è sempre una questione di prospettive!

Scusate, sto divagando, ancora una volta sto andando fuori tema… ultimamente mi capita spesso, un po’ troppo spesso… Sarà colpa del libro che sto leggendo, che mi da gli input per viaggiare con la fantasia, il problema è che sono bombardata di input e mi perdo, tra un passaggio e l’ altro.

Comunque, dicevo. Anzi, riparto.

Il mio Blog è nato perché volevo provare ad essere “tecnologica”, scrivere al computer invece che su di una vecchia smemoranda, confrontarmi con altri blogger, e sperare che qualcuno riesca a cogliere le mille sfumature che nascondo dietro le parole.

Perché in realtà è proprio così! In base al tuo livello di conoscenza della mia persona, puoi interpretare il mio articolo in modo diverso.

Non credo di essere unica in questo, credo di essere UNICA COME TANTE, però l’ idea mi piace e quindi mi unisco alla folla.

Sono fondamentalmente positiva (riparto con la menata del segno zodiacale??) mi piace strappare un sorriso, e quando scrivo cerco di sdrammatizzare ed addolcire la pillola, non mi piace pensare che qualcuno leggendomi resti con il broncio, mi piace pensare che il mio blog funga da passatempo, anzi da un “sorridente passatempo”.

Scrivo perché mi permette di rimettere in ordine le idee. Definire gli obiettivi, anzi, immaginare che gli obiettivi vengano raggiunti, se non da me, almeno dalla Marta immaginaria, quella pazza scatenata che vive costantemente nella mia testa.

Mi piace raccontare ciò che mi succede intorno, mi piace leggere ciò che gli altri scrivono, le immagini che postano e quindi eccomi qui!

Spero di esserci ancora il prossimo anno, non so cosa mi riserva il mio filo rosso…

Sono agli esordi e in questo periodo sono soddisfatta di me.

Ho scritto un libro, scrivo sul bolg e…. tra qualche mese ci sarà una fantastica novità! Ehi! Non mancate all’appuntamento! Tranquilli continuerò a postare ed a raccontare il mio mondo, e se non mi piace lo immagino… Non faccio nulla di male, no?

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I compiti di questa Tag sono:

– Ringraziare chi ci ha nominato : vita di casa il lato rosa

– Nominare 15 blog (non se stessi o chi vi ha nominati, lasciando spazio agli altri) ed avvertirli (tra un paio di righe…) : decido di ignorare questo punto… se Tu che leggi, decidi di partecipare, fai come me, in passato (!!!) mi è capitato di leggere un Tag che mi piaceva e mi sono autotaggata… come si dice?? In tempi moderni impariamo l’ arte dell’ arrangiarci!! Chiedo, se c’ è qualcuno a cui piacciono tanto quanto a me queste (questi!?!) Tag, fatemelo sapere che al prossimo giro salirete sulla giostra!!! 🙂

– Scrivere un post per mostrare il premio: il post l’ ho scritto il premio non ho ben capito cosa devo fare…

– Raccontare, brevemente, com’è nato il proprio blog e dare dei consigli a chi si cimenta da poco: punto assolto! Per non sbagliate ho copiato anche le foto, così se avete una memoria fotografica e segui il blog di vita di casa il lato rosa potrai leggere anche il suo (sua!?!) TAG… è un blog un po’ più longevo del mio!Sta quasi per festeggiare l’ anno! Ed ha annunciato una sorpresa… cacchio.. sono curiosa!!!