VACANZA

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Non so se è la stagione giusta.

Non so se è il momento perfetto per visitare questa città.

Io so soltanto che a Central Park ci sono statue ispirate ad Alice nel Paese delle Meraviglie.

Questa è una città che non ha mezze misure.

O la ami o la odi, ed io la amo.

Mi sento come Alice alle prese con le novità.

Ecco. io sono parte integrante della statua del coniglio in Central Park, poco importa se non vedo i ciliegi in fiori, poco importa se non vedo la pista di pattinaggio, poco importa che non noto la maestosità dell’albero di Natale.

Poco importa, perché comunque vada ho respirato l’aria del polmone verde di questa fantastica città.

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PETER PAN

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Peter Pan è sempre stato il mio cartone animato preferito.

Visto e rivisto in ogni forma, da cartone animato a film stile disneyano.

Ora.

Io l’h sempre amato, non c’ un motivo particolare, non c’è un perché preciso conciso e puntuale, mi piaceva, e basta.

Che poi non è tanto Peter Pan con quella tutina verde e quel capellino alla pescatora ad attirarmi, quanto Wendy.

Certo, magari le avrei fatto indossare un altro pigiama, ma sono gusti personali.

Wendy, lei, o meglio l’altra perché Trilly, ha sempre avuto la meglio, fino a quando il menage a trois si è definitivamente insediato.

E già qui, avrei dovuto capire tutto.

Questo è un segno premonitore del quale mi rendo conto con il senno del poi.

Nella vita incontrerò ragazzi che preferiranno una relazione affollata ad una monotona monogamia, certo peggio sarebbe stato se mi fossi innamorata della favola di
Biancaneve. Una vita a sfaccendarmi tra sette nani malefici, piuttosto che Cenerentola, fare la sguattera per le sorellastre brutte anche no.

Ma.

Poi dicono che l’ infanzia non lascia un segno indelebile in ognuno di noi.

Il mio colore preferito è il verde, con il senno del poi capisco da dove nasce, con una motivazione più profonda mi hanno detto che, il verde è simbolo di speranza, ed io sono speranzosa, anche quando non dovrei.

Peter Pan con Wendy e tutta la compagnia volava di tetto in tetto, io no, non volo, ma mi piacerebbe tanto provare, anche se non credo di essere tanto agile da poter fare parkour, probabilmente resterei in vacanza obbligata in qualche clinica a curare le fratture prima e la testa poi.

Forse è vero che la soluzione di tutto sta nell’infanzia, del resto analizzare con il senno del poi è più facile,no?

GRANCHIO VERDE

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Immagine presa dal web

Tutti lo chiamavano Vedetta, anche se lui in realtà di chiamava Geronimo.

Era un granchio atipico, amava stare sul bagnasciuga e detestava il mare, adorava il calore del sole ma spesso restava nascosto sotto un sasso.

Restava sotto al suo scudo ore ed ore ad ammirare i ragazzini che tutti i pomeriggi facevano capolino sulla spiaggia per una partita di beach volley.

Adorava guardare quei ragazzi e spesso immaginava come sarebbe stata la sua vita se fosse stato uno di loro, se avesse avuto talento, se sarebbe arrivato lontano.

Purtroppo era un granchio e tutte queste idee non le poteva condividere con nessuno.

Aveva le sue chele che lo obbligavano a camminare di traverso, il suo colore verde era frutto della contaminazione dei mari, i suoi amici lo prendevano in giro e lui preferiva stare da solo.

Nessuno tra tutti gli altri granchi di un arancione brillante avrebbe mai potuto immaginare che lui “Vedetta” potesse mai diventare un granchio famoso.

In molti usavano la sua abitudine per controllare gli umani, sapevano che di lui ci si poteva fidare.

Un giorno, uno dei ragazzi che giocava a pallavolo notò una macchia strana vicina ad un sasso, gli si avvicinò e si accorse che li c’era un “Granchio speciale”.

Geronimo era intimorito, aveva paura che questi umani potessero fargli del male, del resto era la prima volta che ne veniva a così stretto contatto.

Uno di loro, lo raccolse da terra ed urlò “Ehi! Guardate cosa ho trovato!! E se scegliessimo GRANCHIO VERDE come nome della squadra per il torneo?”

Tutti acconsentirono a questa scelta, il Granchio verde continuò ad osservare i suoi amici umani giorno dopo giorno, era diventato la mascotte della squadra.

I ragazzi vinsero il torneo e costruirono una scultura di sabbia a forma di granchio per sottolineare l’unione della loro squadra e ricordare la loro mascotte tanto bizzarra.

UN GRANCHIO VERDE.