Questa sono io.
Vivo in constante bilico tra fantasia e testa a viole.
Sto vivendo un periodo frenetico, pieno, stracolmo sarebbe il termine perfetto.
Continuavo a grattarmi la spalla, mio padre mi ha chiesto cos’ avessi, ho risposto che avevo un problema alla spalla, mi prudeva, avevo una cosa rossa al centro e rosa all’esterno, un po’ più chiara, insomma si sfumava.
Non ha capito, del resto non è un medico, è stata la mia risposta.
Non ha pronunciato verbo.
Ero al centro commerciale per fare la spesa, perché o ci vado o non mangio, e di questi tempi, per bruciare le energie necessito di cibo.
Continuavo a grattarmi la spalla, insomma, non è che lo faccio in maniera spasmodica, ma lo faccio e si nota.
Certo, se stai lì a guardare bene, altrimenti passa inosservato, ma si sa.
Torno a casa, appoggio le borse della spesa rigorosamente sul pavimento dell’ ingresso, in modo da impedire l’accesso ad un vario ed eventuale ospite (non invitato, sia chiaro).
Mia madre chiede come mai mi gratto la spalla, le fornisco la medesima risposta che ho dato un paio d’ore prima a mio padre, mi guarda, sta zitta, abbassa lo sguardo, lo rialza, mi guarda e dice un “Mah.”
Reagisco esattamente come ho fatto con mio padre, informo l’interlocutrice che lei, non è un medico.
Mi risponde che no. Non è un medico.
La sera stessa situazione con una persona diversa.
L’unico dettaglio degno di nota è che questa persone sta iniziando a conoscermi adesso, non sa ancora come prendermi, chiede, rispondo, controbatte, sguardo cagnesco dritto negl’occhi:”Senti.”
“No, non sento. Devi andare a farti vedere. Sei intrattabile…”
“Domani vado dal dermatologo.”
Ho una macchia sulla spalla, ho fissato l’appuntamento dal dermatologo, IO, che piuttosto che un medico muoio di dolore.
Avevo già deciso di andare dal dermatologo, perché è veramente insopportabile questo prurito.
Non mi piace quando m’impongono le cose.
Per la cronaca, la frase “Domani vado dal dermatologo” l’ho solo pensata, a quella persona ho invece risposto “Non ti preoccupare. Grazie”
Comunque, detto tra noi.
Sono una di quelle persone che detestano le imposizioni, non lo fanno i miei genitori, figurati se lo accetto da un estraneo.
Oggi sono preoccupata, perché quando è qualcun altro ad avere una necessità evidente da parte di un medico sono la prima a martellare le cosiddette, se invece sono io… Domani vado, non posso esimermi, ho fissato l’appuntamento.