Nuovo capitolo! Scritto in collaborazione con NEOGRIGIO
Trovarlo non era stato difficile, uscendo da casa la sera precedente si era subito accorta di quel pezzo di carta poggiato sopra uno dei vasi che decoravano il corridoio del suo piano. La calligrafia l’aveva riconosciuta subito, la via ovviamente no, ma questo non sarebbe stato un problema, l’avrebbe consegnato così com’era al tassista.
Lo mise subito in tasca facendo in modo che Ferenc non se ne accorgesse.
L’indomani mattina uscì dunque a chiudere i conti col suo passato, così come il suo uomo le aveva consigliato. Il tragitto non fu lungo e la corsa non fu cara, uno scherzo rispetto agli standard italiani. Il tassista la lasciò proprio davanti l’ingresso dell’edificio ed in cambio ebbe una cospicua mancia, Lucia ancora non riusciva a orientarsi bene con la diversa valuta.
La porta del palazzo era solo socchiusa, era una fortuna, Marco si era scordato di inserire il nome del citofono nel foglietto. Entrò, ma si arrestò subito. Una donna era sdraiata sull’ultimo gradino, sofferente. Guardò meglio, la donna aveva un pancione e respirava in maniera compulsiva. Lucia capì subito, stava per partorire. Le si avvicinò, cercò di rincuorarla e chiamò subito Ferenc chiedendogli di far arrivare un’ambulanza in quel posto, gli lesse l’indirizzo dal foglietto che teneva ancora in mano.
-Fai presto! Poi ti spiego tutto.
Mise giù il cellulare e non sapendo come rendersi utile in attesa dell’ambulanza cominciò a suonare tutti i citofoni in cerca di aiuto. Solo al terzo tentativo rispose la voce di un uomo:
-Si?
Lucia non poteva crederci, un italiano?
-Ehi ma sei italiano? Scendi subito, ti prego, c’è una ragazza che sta male, sta per partorire proprio qui davanti.
Sentì il brusco rumore del citofono che sbatteva contro il muro, e pochi minuti dopo anche un rumore di passi che scendevano a gran velocità la scala e una voce che urlava:
NEOGRIGIOSusannah! Susannah!
Mai Lucia si sarebbe aspettata di ritrovarsi davanti proprio lui, Marco.