“Hai voluto la bicicletta?!?”
“E adesso pedala.”
No. Io la bicicletta non l’ho mai chiesta, a me la bicicletta manco mi piace.
Insomma.
Che poi non è neanche vero, nel senso, da piccola andavo spesso in bicicletta, avevo la mia fighissima biciclettina rosa con il cestino bianco con le schede telefoniche tra i raggi con le fascette gialle attaccate al manubrio, insomma, avevo la biciclettina tamarra.
Poi cresci, diventi grande e fai d’esperienza virtù.
Fortunatamente non ci sono foto a testimonianza della mia tamarraggine, ebbene sì, anche io ogni tanto vengo colpita da una botta di fortuna!
Oggi.
Oggi le bici le detesto, non le odio, perché in realtà, a parte la mia le altre non le ho mai amate. Piuttosto che la bici io preferisco i pattini.
Che poi, non è la bici in sé a farmi salire il crimine, ma è la persona che sta comodamente con gli zebedei in appoggio sopra di essa.
Ecco.
E c’è quello che deve svelare il segreto al proprio compagno d’avventura e che quindi gli si accosta occupando la carreggiata.
C’è quello che incurante della presenza di una pista ciclabile resta in strada, e si sa, quando c’è la pista ciclabile la corsia è diversamente spaziosa, capiamoci.
Ci sono quelli che, nostalgici del tempo che fu si radunano in carreggiata e lì, sfidando una tartaruga si muovono, piano, se non fosse chiaro.
E poi ci sono io.
Che in macchina sudo, che fa caldo, che devo stare dietro a questi, che mi irrito, che con i pattini faccio la diva ad andare più veloce di loro, salvo poi rendermi conto che loro hanno i freni, io no.
Che poi io non li detesto tutti a prescindere, insomma, anche tanti automobilisti sono indisciplinati.
Però. Oggi va così ce l’ho con i ciclisti, anzi soprattutto con un ciclista, esattamente quel simpaticone in lista per il premio dell’anno che questa mattina ha deciso di piazzarsi davanti alla mia macchina permettendomi d’ammirare un panorama che conosco a memoria e che no, anche se non osservo così dettagliatamente vivo lo stesso.
Ecco.