EPISODIO 21
“Successo!successo!successo! Ripetilo per tre volte quando ti senti un po’ giù, ogni volta che guardandoti intorno ti accorgi di quante cose ti mancano e non noti quante qualità hai.
Matòs, ragazzi, vi ringrazio, senza di voi non ci sarei mai riuscita, il merito non è mio, è nostro! Vorrei che questo sia il primo successo di una lunga serie. Ma adesso basta, godiamoci la serata, altro giro???”
Aiutata dal suo ormai fido Matòs nel farsi capire da tutti, finalmente Lucia era riuscita a lasciarsi andare, una boccata d’aria fresca e un paio di cocktail bevuti in buona compagnia erano proprio quello che ci voleva.
“Esco a fumare, qualcuno mi fa compagnia?”
“Io.” Matòs sempre in prima linea.
Il tramonto faceva capolino tra i palazzi di nuova costruzione.
“Quindi anche tu fumi, un’altra cosa in comune…”
“Eh si, ma non ne dovremmo andare fieri…Il fumo fa male, e no, non è solo un dato di fatto…e poi qui fuori fa veramente freddo”
“Si Matòs, hai ragione, io stavo pensando di orientarmi verso la sigaretta elettronica, ma poi un sacco di avvenimenti mi hanno fatto spostare l’attenzione e… niente, fumo quasi per abitudine ormai…”
Beh, almeno per oggi non ci pensare, anzi, dovresti essere felice, è il tuo primo giorno di lavoro e hai già raggiunto un traguardo piuttosto importante, non credi? E poi hai conquistato tutti qui.”
Gli occhi di Lucia diventarono lucidi.
“Matòs forse è meglio se torno in hotel. Ho ancora alcune cose da sistemare…”
La sigaretta era finita da un pezzo, ma Lucia e Matòs parvero non accorgersene tanto erano presi nei loro discorsi. Gli altri ragazzi uscirono dal locale.
“Scusate, ma quante sigarette avete fumato? Comunque state tranquilli, abbiamo pagato noi ma il prossimo giro lo offrite voi. Ah! Mentre voi non c’eravate abbiamo deciso di continuare la festa su alla Dea, la nuova discoteca. Forza andiamo!”
Lucia non poteva certo tirarsi fuori adesso, avrebbe rovinato la serata agli altri ed aveva anche dei cocktail a suo carico. E poi, insomma, lei era il capo del team, aveva l’obbligo di tenere unita la squadra, ed era abbastanza adulta da poter evitare quelle prediche fatte da un pallone gonfiato. Si, perché Matòs era solo un pallone gonfiato. Cosa pensava? Di averla forse conquistata? Di muoverla come una pedina a suo piacimento? Detestava farsi compatire, e da un ragazzo più giovane e appena conosciuto poi. Sfoderando uno dei sorrisi più belli che aveva si mise davanti a tutti e come un capogruppo di tutto rispetto…
“Dai! Andiamo!!! Ma niente cena??? Ho perso tempo qui fuori e ho saltato tutti gli stuzzichini…”
“Io conosco un bel posto per mettere qualcosa sotto i denti”
Tutti si girarono nella direzione di quella voce.
“Dottore buonasera.” Matòs scandì ogni singola lettera, sembrava un bambino alle prese con le prime sillabe. Ottenne l’effetto desiderato.
Come in una moviola tutti si voltarono verso di lui, in coro si aggiunsero al saluto.
“Buon sera ragazzi, dove andate di bello?”
“ Buonasera Signor Nemecsek” rispose Lucia, imbarazzata ma allo stesso tempo sicura di sè, “E’ sicuro di volersi unire a noi? Potrebbe sembrare un po’ fuori luogo considerando il nostro rapporto di lavoro”
“ahahah dai, non ci vedo niente di male, vorrà dire che ne approfitteremo per buttare giù un po’ di idee…siete miei ospiti, offro io”.
In realtà di lavoro non si sarebbe parlato affatto.
Ecco il nuovo episodio scritto in collaborazione con NEOGRIGIO
grandissimi ho letto da neogrigio che io chiamo biancogiallo
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Perché bianco giallo??
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perché nero grigio appartiene ad un momento difficile suo io l’ho ribattezzato biancogiallo x dargli un po’ d’allegria……
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Ah!!!capito!
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si, sono in fase di depressione profonda. non si era capito forse?? -.-
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Bellissimo , ancora…!
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Bravi ragazzi! Complimenti!
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Grazie!
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