EPISODIO 20:
SCRITTO A QUATTRO MANI. LE MIE E QUELLE DI NEOGRIGIO
Alto leggermente abbronzato, un maglioncino di lanetta che poco lasciava all’immaginazione, occhiali eleganti, Lucia si accorse di ammirare la camminata sicura del suo collega mentre si dirigeva verso di lei.
“Per me è gay”. Lucia s’immaginò la scena vissuta in terza persona, immaginò la voce fuori campo della sua vecchia barista preferita che spesso azzeccava i gusti sessuali dei papabili single: “Dai Lucia, questo è troppo curato, guarda le sopracciglia, no ti prego! Ha il lucidalabbra? Dai! Ci manca il rimmel e la cipria…Sicuramente dopo il lavoro va a fare il travestito in qualche locale di periferia…”
“Allora sig. Weisz. Come ben sa sono Lucia Saetta, la vostra nuova responsabile, ma non abbiamo il tempo per le presentazioni adesso, abbiamo un compito da portare a termine nel più breve tempo possibile. Mi raduni la squadra entro quindici minuti. Ne parleremo tutti insieme.”
Dieci minuti dopo Lucia stava già spiegando al gruppo il lavoro da svolgere. In inglese, aiutata a volte dal poliglotta Matos. “Dovete entro le 14.30 consegnare i bozzetti in modo da essere io pronta alle 15.00 per la riunione. Tutto chiaro? Bene, mettiamoci al lavoro!”
La squadra tornò alle proprie postazioni. Ognuno iniziò a lavorare a capo chino sulla propria idea, a volte si consultavano in piccoli gruppi, sempre silenziosamente, solo Lucia non riusciva a concentrarsi. Immersa nei propri pensieri si ritrovò a guardare il brulicare di persone che camminavano lungo il marciapiede trenta metri sotto di lei.
“Accidenti! Mancano dieci minuti e non ho nemmeno un’idea…”
Il suo interesse fu catturato da una moto che stava parcheggiando sul marciapiede esattamente davanti all’ingresso della ditta.
“Certo che anche qui l’educazione è un optional…No alt! E questo? Da dove diavolo salta fuori?” Capello sbarazzino, occhiali da sole e mascella marcata, era proprio sicura non fosse Ridge Forrester? In fondo anche lui si occupava di moda. Eccolo entrare proprio in azienda…
“Idea!”
Lucia si fiondò al pc cercando immagini che raffigurassero l’ingresso dell’ ospedale del cliente. Notò che in ogni foto c’era un simbolo, una colomba.
“Una colomba…” pensò ad alta voce, e proprio in quel momento si accorse che Matos stava avvicinandosi alla scrivania, aveva in mano tutti i bozzetti, le idee partorite dal team in quel poco tempo.
“Perfetto! Questo mi piace! Verde, colore della speranza, la colomba, simbolo della struttura ospedaliera. Questo lo tengo di scorta.Questo no, non mi piace.” Lucia spulciò tra le varie proposte del team. Appena finì di ringraziare la squadra sentì nuovamente quel fastidioso ronzio emesso dal cassetto.
“Lu…grrrrr è pro….grrr….a??”
“Si, sto arrivando!”
Lucia entrò nella sala azzurra guardinga, con le bozze ben strette in mano. Il direttore la vide e le fece subito cenno di avvicinarsi. Il cliente intento a parlare al cellulare davanti la finestra le dava le spalle. Riattaccò girandosi.
“Dott. Puscas, Le presento la nostra nuova responsabile marketing, Lucia Saetta, è appena arrivata dall’Italia”
“Dott.ssa Saetta! Che piacere rivederla…” disse sorridendo il dottor Puscas.
“Nemecsek?!? Pardon, signor Nemecsek?”
“Si, non si preoccupi mi chiami pure per nome…”
Il direttore rimase perplesso, non capiva cosa stesse succedendo e soprattutto se fosse opportuno intervenire prima che la nuova arrivata, che non stava certo trasmettendo grande sicurezza, facesse qualcosa che avesse potuto far perdere un cliente tanto importante.
“Va bene allora, Nemecsek, permettimi di illustrarti la nostra idea… Abbiamo pensato che la tradizione è parte indispensabile per costruire nuove fondamenta. Ecco perché siamo partiti dal simbolo della tua azienda cercando di evolverci verso raffigurazioni più moderne. Mi spiego meglio. Teniamo la colomba come elemento dominante, utilizziamo il verde smeraldo come colore primario in quanto simbolo di speranza ed inseriamo sullo sfondo la struttura stilizzata, così da non avere uno stemma troppo ricco, ma cerchiamo piuttosto di mantenerlo semplice e d’impatto…Per la divisa delle infermiere soprattutto abbiamo pensato a…”
“Lucia, fermati. Mi stai dando tantissime informazioni ed ancora non ci siamo seduti…”
Lucia era partita in quarta. Eccome trasmetteva sicurezza!
Si sedettero e la presentazione continuò in maniera più approfondita servendosi anche di diversi esempi raffigurativi buttati giù dal team in fretta e furia.
La riunione terminò un’ora dopo. Uscirono dalla sala tutti molto soddisfatti. Il dottor Puscas si congratulò con Lucia e prima di andare via fissò con lei la data del successivo incontro quando gli avrebbero mostrato l’avanzamento del progetto in base alle idee concordate in riunione.
Il direttore prese sotto braccio Lucia e la scortò fino all’ingresso del suo ufficio, si fermò un passo dopo la porta e rivolto a tutti i dipendenti, intanto alzatisi in segno di saluto e rispetto, disse: “Ragazzi, posso adesso finalmente presentarvi la vostra nuova responsabile, la dottoressa Lucia Saetta, arrivata dall’Italia. Oggi ha dimostrato ciò che può portare la sua esperienza alle nostre attività, vi prego di seguire le sue indicazioni e apprendere dai suoi insegnamenti”
Sorrisi e un piccolo applauso spontaneo accolsero Lucia. Era già finita per quel giorno.
“Un aperitivo di benvenuto? Vi va?” disse a Matos.
Lui guardò gli altri e si girò verso di lei con un sorriso. Era un si. Benvenuta a Budapest