Ecco un altro episodio scritto in collaborazione con NEOGRIGIO

Episodio #16
Una luce rossa riflette sul soffitto l’orario. Le sei.
E’ ora di alzarsi, sistemare le ultime cose in valigia e partire.
La prima tappa è l’ ufficio per risolvere la burocrazia degli ultimi documenti, poi in agenzia a ritirare il biglietto aereo e via, taxi ed aeroporto.
Sbrigare tutte queste commissioni la mattina stessa è stata un’idea di Lucia, un’idea forse azzardata ma utile, le tante cose da fare non l’avrebbero fatta pensare troppo all’ennesimo stravolgimento della sua vita.
Questa volta non poteva fallire.
“Cara Carla.
Scusami se non te ne parlo di persona, ma non riesco…
Sono in partenza, devo essere in aeroporto per il primo pomeriggio.
Mi spiace per tutto quello che è successo, è stata una reazione istintiva a cui forse sia io che tu abbiamo dato fin troppa importanza.
Ci tengo alla tua amicizia e mi dispiace non essere parte attiva nella preparazione di questo evento, ma no, non posso rischiare di rovinare ulteriormente questo tuo, VOSTRO momento.
Scelgo di partire, con la coda tra le gambe. Non pensare che io stia scappando, parto perché è meglio per tutti. Per me, per riprendere in mano la mia vita, per te che così potrai dedicarti completamente al tuo matrimonio con Marco senza eccessivi pensieri.
Buona fortuna. Spero che un giorno potremo andare oltre questo problema e ritrovarci complici come qualche tempo fa.”
Lasciare la lettera sulla scrivania di Carla è l’ultima cosa che fa prima di uscire.
“Dove vai tutta di corsa? Cosa c’è? Adesso non ti degni neanche di dire ciao?”
Lucia riconosciuta all’istante la voce si gira lentamente e con un sorriso teatrale risponde.
“Sto partendo. Ciao Carla, ti voglio bene”
E va via chiudendosi dietro la porta, senza mai voltarsi. Era fatta. Che il tempo possa sistemare tutto.
Addio città di provincia, una capitale europea la stava ora aspettando. Da questo punto di vista per lei era una crescita professionale.
Durante il tragitto in taxi verso l’aeroporto sfoglia distrattamente un opuscolo fornitole in agenzia. Resta colpita da questa foto raffigurante una piazza enorme, pare sia Piazza degli Eroi. Eccola Budapest! L’idea iniziava ad eccitarla, stava già cominciando a dimenticare tutto il resto.
Al terminal in attesa dell’imbarco acquista un piccolo dizionario, così giusto per iniziare ad imparare almeno le frasi di prima sopravvivenza una volta messo piede sul terreno ungherese.
Si ritrova a ridere da sola guardando strani accenti e lettere ignorate fino al giorno prima.
Nel suo delirio non si accorge di aver attirato l’attenzione dei passeggeri che accanto a lei aspettavano lo stesso aereo.
“Signorina, lei è veramente divertente, cosa sta leggendo?”
La voce proviene dalle sue spalle ma non si gira, non ha voglia di emergere da quella bolla di felicità che si era appena creata.
“Signorina…”
Gira finalmente la testa e si accorge che un bizzarro vecchietto con un colbacco in testa la guarda sorridendo, accanto a lui una signora molto elegante gli cinge il braccio.
“Hernest, non disturbare”
“No mi scusi, non mi disturba affatto, è solo che ero immersa in questa specie di lettura, insomma, tra poche ore sarò in Ungheria e non so nemmeno pronunciare Buongiorno.”
“Si dice köszönöm, però sarebbe meglio se lei imparasse come si dice Buona Sera, atterreremo nel tardo pomeriggio…”
“Certo…”
“Signorina, venga accanto a me, lasci perdere mio marito che la sta prendendo in giro. La parola di prima significa Grazie. Venga, l’ aiuto io, le insegno una filastrocca che la aiuterà ad ambientarsi.”
“Grazie, probabilmente la buona stella nei confronti del sesso opposto mi è avversa, ultimamente non fanno altro che prendermi in giro…”
“Non si preoccupi di mio marito, è un burlone… E poi l’ ultimo periodo è stato molto difficile per noi..Non gli dia peso..”
Una voce metallica informa i passeggeri che l’aereo è pronto per accoglierli.
Lucia si congeda tenendo stretto un biglietto scritto per lei dalla signora, non lo apre per vedere cosa ci sia scritto, lo farà una volta a bordo, sarà un bel diversivo durante il volo.
Qualsiasi cosa sia l’avrebbe comunque conservato con cura, è il primo ricordo di questa nuova avventura.
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