Questa cosa che le idee migliori mi vengono mentre sto facendo altro, guidando nello specifico, deve finire.
Insomma, non è possibile che il genio mi si accenda, esattamente qualche secondo dopo aver innescato il contatto automobilistico e finisca esattamente qualche secondo prima io intenda staccare il contatto.
Ora.
Non capisco il perché, se devo essere un genio, forse è questo il mio disegno del destino, io non lo debba essere sempre? Anche quando mi allaccio le scarpe, per esempio.
Ora.
Proprio non capisco, questo mio limite automatico è cosa strana, che poi, trovamela una cosa che in me non sia strana.
Ecco che parto, con la macchina intendo, e mi viene l’idea geniale, incontro l’idiota di turno e mi parte l’insulto degno di nota, sottolineatura ed evidenziatura (rosa, se posso scegliere perché nelle fotocopie in b/n non diventa nero).
E poi il nulla.
Ripenso a dove ero arrivata e puf! Come per incanto non ricordo pressoché nulla, se non qualche sporadica frase che messa insieme così alla cazzum, non assume un senso compiuto.
O meglio, assume un senso solo per me, oddio, anche io faccio fatica a capirlo e quindi nulla, desisto e non insisto, così non scrivo e lascio perdere nel mondo infinito la mia nuova storiella, esperienza.
Insomma.
E’ come i sogni, al risveglio non ricordi molto, cioè quasi nulla se non un semplicissimo dettaglio che ti riporta alla memoria la voglia di scoprire altro, ed ecco che inizi a viaggiare con la fantasia, ma solo dopo aver dettagliatamente cercato in rete il significato di quel piccolo unico ricordo.
Ecco.
Io sono così.
Perennemente sognatrice, da sveglia e da meno sveglia, insomma, anche di giorno io sogno, ad occhi aperti, mentre guido è come se vivessi la mia fare REM ed al risveglio eccomi creare una storia da un nonnulla, da un piccolo dettaglio accaduto o forse no.