INCONTRI SURREALI

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“Senti vecchia, adesso mi hai rotto il cazzo.”

Si, va bene, io sono insofferente, nonostante i buoni propositi mi abbiano accompagnato durante il tragitto, giunta qui, al supermercato questi, hanno deciso di aspettarmi fuori, nel tepore dell’abitacolo, in attesa.

Tante cose potrebbero essere scritte, altrettante solo pensate, ma.

La frase sopra riportata è stata pronunciata da un moccioso verso una persona adulta, presumibilmente la mamma, ora.

Fosse stata la mia, di mamma, già al Vecchia, mi avrebbe rifilato un malrovescio da causarmi una visita improvvisa ed instantanea da un ottimo chirurgo plastico facciale, ma lei (di mamma) no.

Mi ha rivolto uno sguardo mortificato mentre io lanciavo segnali di fuoco verso il moccioso.

Poi, ho elaborato successivamente la seconda parte della frase, mi hai rotto il cazzo.

Ora.

Il moccioso in questione puzza ancora di latte, non supera i sei anni, forse resterà basso di statura, ma fidati, è veramente piccolo.

Ora.

Se solo mi fossi permessa io, e non solo alla sua età, di pronunciare, anche solo di pensare una frase del genere, mia madre, ma anche il resto del parentato mi avrebbero disconosciuta, preparato valigie e viveri di prima necessità e spedita in burundi per riflettere sull’accaduto, le (di mamma) no.

Ha guardato il moccioso e con un sorriso leggermente isterico, gli ha detto con calma di non preoccuparsi che a breve sarebbero stati fuori di lì, guarda me e:

“Mio figlio è insofferente ai centri commerciali. Devo avere pazienza.”

“Signora, anche io sono insofferente ai centri commerciali, ma se solo mi fossi permessa di rispondere così a mia madre, oggi non sarei qui, a portare pazienza con lei”

“Non ha figli?”

“No.”

“E’ chiaro che la sua concezione di pazienza è diversa dalla mia”

Incasso, fingo comprensione e pago il conto, ma dentro di me rifletto.

Sarà vero che non ho figli, sarà vero che ho una concezione diversa di pazienza, ma cazzo, l’educazione quella ce l’ho anche io! E no, neanche durante il sol leone, ferma in colonna in autostrada mi permetterei di dire a mia madre, Vecchia, mi hai rotto il cazzo!

48 pensieri su “INCONTRI SURREALI

  1. SognidiRnR ha detto:

    Tutti convinti che per sapere cose devi avere figli! “Se non hai figli non capisci” “se non hai figli che ne sai!”
    Stando ai fatti a me pare che quelli che non capiscono sono proprio quelli che i figli li hanno! 😓
    Educazione è un concetto universalmente valido…

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  2. pattykor122 ha detto:

    Sarà perché sono mamma che la penso come te ? Come si può pretendere che il moccioso abbia solo un briciolo di educazione se ha una “madre” che l’educazione non se nemmeno dove stia di casa? L’educazione non va a pari passo con la pazienza, son due cose ben distinte! Mi fossi permessa io ai miei tempi farei compagnia in sala d’aspetto con te dal chirurgo maxillofacciale. E ala farebbero pure i miei figli se si permettessero di mancare di rispetto ad educazione ad una persona . Bisogna aver pazienza sì, ma nell’ insegnar l’educazione appunto.

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  3. Erik ha detto:

    io così di getto avrei risposto alla domanda “vede signora, in questo caso il problema non è se sono io ad avere figli”… non una parola di più…

    detto questo, non riesco a dire altro senza scendere a loro livello….assurdo… i genitori, e purtroppo lo dico da tale, sono un vero problema sociale!!!

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      • Erik ha detto:

        non è detto che ci sia sempre qualcosa da imparare… te la butto lì, esempio e precedente che rafforza in te l’importanza dell’educazione per la società… sempre ipotizzando, se qualcun’altro avesse assistito alla scena e avesse provato il tuo stesso disgusto allora magari si potrebbe pensare che già due persone faranno molta attenzione all’educazione da dare ai figli/nipoti/bambini che incroceranno nel loro futuro…

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      • Marta Vitali ha detto:

        Dici che il significato onirico che devo imparare da “questa lezione” sia questo? Per adesso, mi sono accorta che ognuno di noi se fosse stato al posto della mamma avrebbe reagito in modo diverso…Almeno questo è ciò che traspare dai commenti.

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  4. 🌸 Rosa Andronaco 🌸 ha detto:

    da appendere al lampadario…altro che………concordo con te
    ڰۣڿڰۣڿ Buona Serata..Good Nighڰۣڿڿڿ
    21 febbraio ·
    (¯`´¯)¸•*”˜˜”*•.Bonne Nigh♥ليلة سعيدة
    .`•.¸.•´לילה טוב─▀███▀-晚安•*”˜˜”*•♥Bonne Soirée

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  5. fulvialuna1 ha detto:

    Figlio: Papà lo zaino…
    Padre: Aspetta..
    Figlio: vaffanculo prendi lo zaino! (isterico)
    Il padre prende lo zaino e cammina.
    Scenografia: elementari che frequentava mia figlia.
    Mia figlia: Mà, ma è il figlio?….

    Fai tu.

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  6. Demonio ha detto:

    A monte di tutto ciò io incolpo una certa tendenza pedagogica che si è sviluppata in questi anni che di fatto ha stravolto ogni senso logico per cui uno schiaffo dato ad un figlio diventa maltrattamento, un rimprovero o un brutto voto di un insegnante diventa vessazione. E questi crescono con la convinzione che tutto è dovuto. Ora…non dico che uno i figli li deve frustare a sangue ma cazzo, una via di mezzo che imponga la dove occorre il rispetto ci deve essere con buona pace di sta massa di psicologi e assistenti sociali che spesso son proprio inutili.

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  7. kikkakonekka ha detto:

    Dico la mia, magari Marta tu non sarai d’accordo. E’ solo la mia opinione.
    Se un bimbo di 6 anni dice “Senti vecchia, adesso mi hai rotto il cazzo.” probabilmente SA che è una offesa, ma la dice avendola sentita dire. Bisogna fargli capire (dato che è piccolo) che non va detta MAI e per nessun motivo.
    Se un ragazzino di 12 anni dice “Senti vecchia, adesso mi hai rotto il cazzo.” è molto peggio, perché è pienamente consapevole che è una offesa e sta offendendo sua madre. Probabilmente è anche consapevole che alla mamma il termine ‘vecchia’ è pesante e forse sa anche cosa è il ‘cazzo’, cosa di cui dubito per un moccioso di 6 anni.
    Solo per dire che a 6 anni si ripetono le frasi a ‘pappagallo’ spesso senza sapere cosa si dice.
    Magari mi sbaglio…

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    • Marta Vitali ha detto:

      Si, hai ragione. Ma la reazione della mamma?? Tu l’avresti guardato con fare amorevole? O d’istinto ti sarebbe partita una cinquina dritta sui denti? Io metto in discussione “l’educazione” degli adulti, è lì che si deve lavorare, altrimenti questi mocciosi crescono così, con il “tu non sai chi sono io.”. E tu, solo perché io sono più vecchia, devi rispettarmi, che ti piaccia o meno. Io sono cresciuta così e sono orgogliosa di dire e pensare che io sono una persona educata.

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  8. lapulcionavagabonda ha detto:

    Nono. La pazienza è una cosa, la pazienza educativa è un’altra. È vero che esistono delle patologie infantili che come risvolto hanno questi atteggiamenti aggressivi (da qui un atteggiamento permissivo del genitore), ma fosse stata mia figlia, un ceffone non glielo levava nessuno sempre dopo averle intimato di chiedere scusa e laddove non lo avesse fatto. Sono contro schiaffi e co ma in alcuni casi ci vogliono.

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  9. Paola ha detto:

    Io ho due figli e se si fossero permessi, o si permettessero, anche solo qualcosa di vagamente simile a un’espressione così, li appendo fuori dalla finestra. Punto. Notare il passaggio da condizionale a indicativo presente. E a parte le battute, non è stato difficile crescerli educati, è stato normale

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  10. mchan84 ha detto:

    Mia madre ha a che fare con genitori del genere tutti i giorni essendo una maestra di scuola dell’infanzia. Bambini al di sotto dei 5 anni che dicono parolacce e genitori che invece di riprenderli si fanno 4 risate. Io non so che pazienza abbia mia madre, perché io prima darei un ceffone sui denti ai genitori e poi ai figli. Purtroppo la maggior parte dei genitori della nostra generazione sono permissivi e poco inclini a riprendere i figli. A scuola è sempre colpa degli altri bambini o della maestra, a casa fanno fare loro ciò che vogliono sempre e comunque per non averli tra i piedi o per non sentirli, nei luoghi pubblici lasciano che siano gli altri a rimproverarli. Una volta, in un sito archeologico c’era un bambino sui 10anni che faceva avanti ed indietro da una passerella non facendo passare nessuno, in più si arrampicava su dei muretti dove era vietato salire il tutto davanti agli occhi dei genitori che non gli hanno detto nulla. Ci ha dovuto pensare un’addetta alla sorveglianza a riprenderlo.
    Fortuna che i miei nipotini non sono così, sono un pochino capricciosi (ma solo con i genitori) ed il grande è un po’ polemico, ma parolacce non ne dicono e non ti fanno mai fare brutta figura in pubblico. In fondo non ci vuole molto ad educarli, il problema è che molti genitori si fanno venire i sensi di colpa ogni volta che rimproverano o puniscono i figli.
    Mchan

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      • Marta Vitali ha detto:

        Non lo so.. dipende anche da cosa intendi per “fare il genitore” alcuni credono che con il tempo il bambino impari le lezioni, altri (io forse appartengono a questa categoria) sono ancora ancorati all’idea che “la pianta si raddrizza da piccola”‘…

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      • mchan84 ha detto:

        Anch’io penso che ciò che gli insegni da piccolo poi resta, quindi non bisogna far passare nulla. Anche perché altrimenti il bambino si disorienta. Il cervello di un bimbo funziona a ripetizione di cognizioni. nel senso che ha bisogno che gli si dica o gli si faccia vedere più volte una cosa per impararla, per cui se tu genitore per un tot di tempo ridi alle sue brutte uscite poi non puoi di punto in bianco rimproverarlo perché lui non lo capirà e sarà molto difficile rimetterlo in riga. Un po’ come quei genitori che a casa dicono le parolacce e se le dice anche il bimbo non fa nulla mentre poi quando sono in pubblico se le dice lo rimproverano. Un bambino non è pienamente in grado di capire la differenza tra l’essere “easy” in casa e “bon ton” in pubblico.
        Mchan

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