RITARDO

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Immagine presa dal web

“Le otto! Caspita sono le otto!!!!Alzati! Ti devi muovere!!!”

Svegliarsi così di soprassalto comporta dei rischi, dei seri rischi aggiungerei.

Oggi è il mio primo giorno di lavoro ed eccomi.

Mi presento.

Sono una ritardataria cronica, in ritardo ci sono anche nata, quindi potrei anche essere giustificata.

“Buongiorno boss!”

“Buongiorno, mi rinfreschi la memoria, lei è?”

“Sono la sua nuova segretaria personale, da oggi in poi non si dovrà preoccupare di nulla, ci penserò io ad organizzare la sua giornata.”

“Perfetto, iniziamo con l’arrivare in orario. Sarebbe utile”

Con il passare del tempo mi sono accorta che:

L’ordine è del tutto casuale.

– Arrivare in ritardo mi piace, perché io sono sempre l’ ultima e tutti le attenzioni sono rivolte, si! Non amo essere al centro dell’attenzione, ma ogni tanto mi piace.

– Dimostro di essere in grado di fare più cose contemporaneamente perché devo rispondere al benvenuto non sempre tale di coloro che mi stanno aspettando.

– Posso andare veloce ed essere giustificata, dimenticare qualcosa ed essere giustificata, magari la testa no, perché pare sia saldamente attaccata al mio collo.

Insomma, ci sono svariate ragioni che non mi permettono di essere triste se anche il mio primo giorno di lavoro sono in ritardo.

“Mamma, ma io sono nata giusta?”

“Cosa intendi per giusta?”

“Alla scadenza, ero giusta?”

“No, sei nata un paio di giorni dopo la scadenza”

Lo vedi? Le personalità si delineano ancora prima di nascere.

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