
Immagini presa dal web
Insomma.
Io le persone che compiono queste “imprese” le considero dei pazzi scatenati.
E in quanto tali attirano la mia attenzione.
Pensa se lo ha fatto per contrastare il problema delle vertigini.
Forse no.
Non credo, ma spesso mi trovo a ipotizzare motivazione tra le più disparate sul perché alcuni compiano imprese tanto assurde quanto attrattive.
Ora.
Quando dico attrattive non intendo dire che vorrei emularlo.
Attrattive nel senso che io, resterei con il naso all’insù, attenta ad ogni movimento di ogni muscolo evidente solo per cogliere l’attimo in cui, vuoi per una distrazione, vuoi per un piccione che per sbaglio passa di lì, e vederlo cadere, magari non proprio a terra, ma almeno di qualche piano così da farlo spaventare e scendere.
No perché, secondo me le scalate si fanno in montagna.
Cioè, ogni sport, ha il suo ambiente, ora, sulla terra abbiamo ampi spazi in cui provare e riprovare a fare queste cose.
E poi.
Possiamo fare sport in mezzo alla natura, cosa diavolo ti passa per la testa di farlo in mezzo al traffico e magari sperare che sotto, con i piedi ben piantati a terra non ci sia qualche gufo come la sottoscritta?
Forse non è minimamente il tuo problema il fatto che io possa essere lì sotto a gufare, ma, dico io, perché fare uno sforzo simile in mezzo allo smog?
Almeno questo mi è concesso, preoccuparmi della salute del prossimo.
Comunque la notizia è questa, che poi detto fra di noi, un po’ ben gli sta!
Dopo tre ore e mezza di scalata George Willig raggiunge il centodecimo piano della Torre Sud del World Trade Center. Il sindaco di New York lo multerà di un dollaro e dieci centesimi, un centesimo per ogni piano da lui scalato.