PILLOLE DI FELICITà: ENJOY

Eccoci alla nuova puntata di questo racconto lungo scritto a quattro mani con NEOGRIGIO

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Immagine presa dal web

EPISODIO 5:

Quale facoltà? Era questa la domanda che torturava Lucia, scegliere di seguire la passione che aveva fin da bambina, provando a diventare una stilista, oppure abbandonare l’idea e seguire un percorso formativo che le permettesse più sbocchi?

La scelta era difficile ma aveva tutta l’estate per pensarci, ora doveva, voleva, prima di tutto  dedicare tutta se stessa al viaggio in Spagna, in fondo se lo era meritato.

Sei ragazze. Alcune amiche, altre solo conoscenti, amiche di amiche, destinazione Andalusia, tante speranze ed un’unica sola promessa prima di partire: “Niente struggimenti di cuore e vietato parlare di responsabilità, parola d’ordine: enjoy!”

Le premesse erano ottime per una vacanza all’insegna del divertimento e del riposo, del resto se lo erano guadagnato ampiamente dopo cinque anni di studio, tra di loro c’era chi si sarebbe rapportata subito con il mondo del lavoro, insomma, la vacanza dopo la maturità stava diventando uno spartiacque tra il passato ed il futuro.

La vacanza sarebbe durata sedici giorni, le tappe obbligatorie, erano Granada, Malaga, Siviglia e Cordoba.

Avevano l’imbarazzo della scelta dei posti da visitare, ma alla fine, seguendo i vari consigli della rete, dei forum e di chi c’era già stato, la scelta era ricaduta su quelle quattro, le più importanti, e poi comunque avrebbero affrontato la vacanza con lo zaino in spalla,   libere di poter cambiare programma in qualsiasi momento, si sarebbero spostate da una città all’altra con i mezzi pubblici, la Spagna ne è ben fornita.

Era tutto pronto. L’arrivo in aeroporto sancì l’inizio della vacanza. Due ore e quarantacinque minuti dopo atterrarono sul suolo spagnolo, era il primo volo in aereo per Lucia, era emozionata per tutte le cose belle che la vita le stava offrendo.

Le sei ragazze scelsero di tenere un diario in cui annotare i piccoli avvenimenti che la quotidianità gli avrebbe riservato. Ognuna di loro doveva, alla fine della giornata,  scrivere le proprie sensazioni e raccontare come aveva vissuto la giornata. A turno invece tenevano un piccolo glossario in cui annotare tutte le parole storpiate che inventavano, perché nessuna di loro aveva mai studiato lo spagnolo, ed il dizionario del viaggiatore non sempre aveva le risposte che cercavi. Le avrebbero rilette al ritorno e ne avrebbero riso.

Scoprirono l’importanza degli ostelli per i giovani viaggiatori, il significato della “siesta” e l’importanza degli spuntini.

Scelsero di visitare ogni giorno almeno un monumento e di scegliere a sorte cosa visitare laddove la città ne fosse stata colma, in fondo erano lì soprattutto per la movida spagnola. A Granada visitarono l’ Alhambra, a Cordoba la Mezquita, a Siviglia la Plaza de Espana, ma assistettero anche ad una corrida e ad uno spettacolo di Flamenco oltre ad essersi abbuffate di paella,  a Malaga la Cattedrale. Riuscirono alla fine a visitare anche altre città secondarie come Jerez de la Frontera  e Marbella, e toccare l’ oceano a Gibilterra, scoprendo anche che in Spagna la domenica si riposa, non interessa se la città è turistica, la domenica in Spagna  è “todo serrado”.

Erano libere, raggianti di felicità, stavano godendo delle gioie della giovinezza e non erano mai state così bene,  si promisero di non perdersi di vista, di rivedersi anche quando la vacanza sarebbe finita, un incontro al mese o al massimo ogni due mesi, sicuramente avrebbero visto insieme il videoclip che Lucia avrebbe montato una volta a casa con tutti i video girati di città in città.

In Spagna conobbero moltissimi ragazzi italiani, d’altronde all’estero dove puoi dire di non incontrarli?,  con i quali riuscirono ad instaurare un’amicizia, in alcuni casi un po’ più di una semplice passeggera conoscenza.

Lucia però aveva segretamente lasciato il suo cuore a casa, non ne poteva parlare con le altre durante la vacanza non solo perché avrebbe infranto la promessa fatta alla partenza ma anche perché ancora non si sentiva pronta, non era ancora niente di importante, era un amico in comune e non voleva pressioni esterne. Riuscì a divertirsi come le altre, più delle altre vista la sua passione per la Spagna, ma spesso il suo pensiero volava veloce a casa, a Matteo.

Era partito per il mare? Era rimasto a casa? Com’era andato il suo esame? Si sarebbero rivisti? O la fine della scuola aveva sancito la fine della loro affettuosa amicizia?

Tanti dubbi che in alcuni momenti la rendevano triste, ma quando le altre si accorgevano del suo muso lungo, le bastavano pochi secondi, era sufficiente uno sguardo ed il sole tornava a risplendere.

Quella vacanza fu speciale, indimenticabile, si era presentata così ancor prima della partenza, e alla fine era riuscita addirittura a superare le più rosee aspettative. Ma adesso era finita, era ora di tornare a casa, era tempo di cominciare una nuova vita, di scegliere la facoltà, di intraprendere un nuovo cammino, forse con Matteo, forse no.

…CONTINUA…

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DORMI DORMI…

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Immagine presa dal web

Io ascolto la radio e poi rifletto.

Anche ieri è andata così.

Certo, nessun argomento altolocato o discorsi artefatti su di un impressionista post moderno.

Si parlava di come dormi.

Ecco, nel periodo storico che viviamo ( o forse lo sto vivendo solo io) possiamo notare come i vademecum siano all’ordine del giorno.

E… THE LAST BUT NOT THE LATEST idea che è stata proposta, anzi, meglio più che idea è la risposta alle tue domande più recondite.

Dimmi come dormi e ti dirò chi sei.

Bene.

Esistono un sacco di posizioni per dormire:

  • POSIZIONE FETALE: persona ansiosa, che tende a rimuginare, sensibile e timida, nonostante l’apparenza forte e determinata;
  • POSIZIONE SEMIFETALE: persona molto ambiziosa, tende a porsi obiettivi irraggiungibili e ad essere eccessivamente autocritica. Nonostante l’apertura verso le novità, fatica a fidarsi ed a lasciarsi andare nonché a prendere decisioni in tempi rapidi;
  • POSIZIONE A TRONCO: indica una certa rigidità mentale, nonostante la categoria includa due personalità agli antipodi: una più inflessibile, l’altra addirittura troppo fiduciosa e ingenua;
  • POSIZIONE DEL SOLDATO: riservatezza, incapacità di lasciarsi andare, amore per la tranquillità e forte autostima;
  • POSIZIONE A STELLA: tipica delle persone altruiste, predisposte all’ascolto, che amano riposare a pancia in su tenendo le braccia sopra la testa;
  • POSIZIONE DELLA CADUTA LIBERA: denota insicurezza, ansia, paura di perdere il controllo nonostante il carattere tendenzialmente estroverso e imprudente. Spesso chi adotta questa postura abbraccia il cuscino o mantiene le braccia aperte sui fianchi poiché sente il bisogno di aggrapparsi a qualcosa per non affondare.

Quindi, ora che abbiamo i dati necessari analizziamo.

Io dormo..

Prima a caduta libera, poi divento un tronco, solo dopo aver fatto almeno mezz’oretta da soldato poi mi giro e mi metto in posizione semifetale, arrivo alla fetale e…Mi trasformo diventando una stella.

Insomma, non me ne faccio scappare una, praticamente io ho tutte le caratteristiche possibili immaginabili…sarà vero? Oppure pecco di troppa sicurezza ed inseguo obiettivi irraggiungibili?