WEEK END

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Mi chiedi cosa ho fatto nel week end? Eccoti servito una degna spiegazione, ovviamente fatta da me e a modo mio… NEOGRIGIO

…L’ultimo week end l’ho passato sotto la pioggia a sistemare le rose ed a seminare i nuovi fiori, che solo se sbocceranno potrò chiamare fiori per adesso sono semi.

Ma dire “seminando semi” suonava male.

E quindi, speranzosa quale sono ho deciso di scrivere seminare fiori.

Pioveva, e armata di kway, anti-traspirante, anti-aderente, anti tutto… ( per inciso, io detesto i kway!) mi sono fiondata, (con calma eh…) nel mio “metro quadro di verde” che mi ostino a chiamare giardino ed ho provveduto a dare una sistemata ed una ripulita.

Finito.

Stanca ma con ancora un briciolo di mancato buon senso, scelgo di dirigermi in garage per FINALMENTE togliermi quella seconda pelle che altri definirebbero kway protettivo per… per… PATTINARE

Altra mia grande passione, insomma, tendo ad appassionarmi a molte cose, l’ ultima che mi è tornata, come nei migliori revival nelle feste di paese è quella di pattinare.

Ero piccola quando facevo le acrobazie, ero spericolata ma giustificata.

Oggi sono grande, ieri, (che si! era lunedì) ho iniziato il corso di pattini, perché ho un problema, oddio.

In realtà io ho moltissimi problemi, ma tendo ad analizzarli uno per volta così da poterli risolvere.

Dicevo.

Il problema con i pattini è la difficoltà nel curvare, io vado dritta, vado veloce e no, sono riesco a curvare, quindi mi schianto, o in alternativa mi lancio per terra, hai presente le contro figure che nei film d’azione fanno le scene movimentate?

Ecco, io faccio tutto da me.

Del resto sono abituata al regolamento “SETTIMO ARRANGIARSI”

Quindi la parte restante dello scorso week-end l’ho consumata così, pattinando in garage, o forse dovrei dire…

Facendo spettacolari tuffi carpiati sul cemento armato, grigio.

Che poi il colore del pavimento non è importante, lo diventa solo quando tu, da camaleonte quale sei riesci a mimetizzarti perfettamente, peccato che io non sia un camaleonte.

Insomma, dolorante e sfinita ho messo termine a questo week end, per affrontare il giorno seguente il corso, ieri, era il corso.

Oggi sono…

Stanca, un po’, tanto.

Cammino a fatica, oddio cammino.

Metto una gamba davanti l’altra, anche perché io ieri, riuscivo a pattinare, il mio problema è sempre e solo curvare, però cosa posso pretendere? Era la prima lezione.

Ah! Il maestro mi ha assegnato un aggettivo che mi calza a pennello.

INCOSCIENTE.

Si! Perché io vado a manetta ma poi??? Mi lancio per terra e mi fermo, non curvo, perché mi piace così.

Avere le ginocchiere consumate, annusare l’ odore dell’asfalto, conoscere quel micro mondo che popola il nostro pavimento…

Insomma, nella prossima lezione ci verrà spiegato come diavolo si curva.

Questo è stato il mio week end comprensivo del lunedì… Sufficiente per essere un bradipo di mattina, no?

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LA BUSSOLA BIOLOGICA

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Per me Focus è sempre stato fonte di notizie e curiosità, che sommato a National Geographic (in inglese), mi hanno insegnato ad apprezzare i colori della natura ed a conoscere e curiosare in mondi animali che mai potrò conoscere.

Ora.

Se volessi essere filosofa ti direi che la mia bussola preferita non è quella di plastica o ferro con all’ interno un magnete ed una calamita, ti direi che per arrivare a casa io seguo la “farfalla monarca”.

Vedi?

Se anche tu come me leggi queste due riviste sapresti già di cosa parlo, diversamente, continua a leggere, proverò ad incuriosirti io.

 

“Ogni anno in autunno milioni di farfalle monarca (Danaus plexippus) di Canada e Stati Uniti affrontano un volo di oltre 3000 km per andare a svernare in una piccola valle del Messico centrale. È un viaggio di due mesi, il più lungo per un insetto, e come facciano ilepidotteri a non perdersi durante la lunga migrazione non era ancora del tutto chiaro, pur essendo noti da tempo gli elementi che entrano in gioco.”

Insomma, pare che la farfalla monarca non abbia necessità di bussole esterne, ma la contenga già all’interno del suo piccolo, esile, leggero, corpo.

Come tutte le grandi imprese che si rispettino è il LAVORO DI SQUADRA che permette il perfetto combaciare degli elementi.

“i neuroni azimut degli occhi seguono la posizione del Sole rispetto all’orizzonte; le antenne ospitano invece una sorta di orologio interno, basato sull’espressione ritmica di alcuni geni che, come per il nostro ritmo circadiano, scandiscono i tempi della giornata.

Nel modello, due meccanismi, uno inibitore e l’altro eccitatorio, controllano i segnali delle antenne e degli occhi. L’equilibrio tra questi segnali aiuta le farfalle a prendere la direzione giusta, e a correggere la rotta quando serve. La stessa bussola biologica, in primavera, funziona in modo opposto e speculare. È la prima spiegazione coerente e completa di come diverse generazioni di farfalle riescano sempre a trovare la strada di casa.”

Insomma, un perfetto meccanismo completamente naturale.