L’ALTALENA
– E’ semplice! – disse Marco a Lucia – Devi solo girare le labbra all’insù.
-Senti! Non è facile per niente, sono caduta dall’altalena e mi sanguina il ginocchio, non posso girare le labbra all’insù!
-Perché non puoi? Non ci hai nemmeno provato.
-Guardami, così? Devo fare così?
-Si brava! Hai visto? Oggi mi hai regalato un sorriso!
Le tornò alla mente così, all’improvviso, come di solito si presentano i ricordi. Sorrise, pensò a Marco che non vedeva da molti anni ormai, e rifletté sul fatto che da bambini è sempre tutto più semplice, anche essere felici. Adesso però era tutto più complicato, il lavoro, sempre precario, l’affitto da pagare, le rate di questa modesta Panda presa d’occasione a km zero, e nessuno a darle conforto, nessun Marco a tirarla su e a trasformarle il broncio in un sorriso. Come si fa ad essere felici? Ma poi cos’è veramente questa felicità?
Il semaforo iniziò a lampeggiare, verde.
Attraversò la strada con la consapevolezza che aveva trovato il rimedio, si rese conto che un sorriso le era spuntato in pieno volto, ripensare a questo episodio l’aveva aiutata già una volta, pensandoci bene forse questa volta poteva ritrovare la strada e rimettersi in carreggiata, una volta per tutte.
Giunta a casa, in quelle quattro mura che solo quella mattina sembravano soffocarla, decise di riprovare a cercare Marco, magari anche lui nel corso degli anni aveva ripensato a lei, magari…chissà, aveva finalmente trovato risposta alle sue domande, la sua felicità ora aveva un nome ed era distante solo un numero di telefono.
Racconto scritto in collaborazione con NEOGRIGIO