And the winner is….

Immagine presa dal web
Io!
Ora che ho un sacco di soldi a disposizione posso viaggiare per vivere e non più lavorare per vivere, perché va bene che sono sempre verbi della prima coniugazione, ma fi-da-ti di me, sono completamente diversi, fortunatamente l’ italiano possiede infiniti termini, anzi, i termini non sono infiniti, prima o poi finiscono, ma io non sono il nuovo Dante, non possiedo una dialettica tanto elevata, quindi sono sempre pronta ad imparare un vocabolo nuovo.
Comunque.
Dicevo.
Ho vinto, incasso e parto.
Si ma per dove?
Qualche paradiso tropicale per rilassarmi? A che scopo? Se non ho più la necessità di lavorare non devo rilassarmi, lo sarò oggi come domani.
Una città sconosciuta in via di sviluppo? India per esempio? Eh se poi mi prendo qualche strana malattia che mi fa ammalare? Passo il resto dei miei giorni con una malattia incurabile e ricca? Naaaa.
Una città cosmopolita? Tipo, New York? Naaaa… con tutti quei grattacieli verrei inghiottita dalla frenesia del correre per il lavoro, essere sempre di fretta per raggiungere una meta, non fa per me, non ho più una meta da raggiungere, posso assaporare il cammino con calma.
Bene.
Resto qui, parto o partirò non l’ ho ancora deciso. Mi godo il viaggio. Qualsiasi sia la destinazione.
Poi suona la sveglia.
E inizio a correre per andare al lavoro.