CLIENTI

MessyOffice1

Immagine presa dal web

Nel mio lavoro, spesso, troppo spesso mi trovo ad avere a che fare con diverse varietà di persone, appartenenti alle più strampalate categorie.
Si passa dal saccente senza congiuntivo, al disgraziato con il conto in banca da nababbo, il piccolo imprenditore che si crede uno sceicco, ed il grande imprenditore che appare come uno sciamano.
Puoi scegliere la categoria che più ti piace, e capita spesso, che con le colleghe ci divertiamo ad inventare soprannomi per i vari clienti.
Ci sono poi quelli saltuari, quelli che da noi vengono una volta ogni tanto, che vogliono dimostrarti che loro l’ italiano lo sanno, che dato che si parla di burocrazia si debbano utilizzare vocaboli astrusi dimenticandosi di coniugare i verbi.
Capita che nel bel mezzo di una mattinata frenetica, ti chiami un cliente per darti un indirizzo mail al volo, è facile, ti chiede se hai a portata carta e penna e a te viene voglia di dire no, lavori in un ufficio ma i post it ed i vari moduli li compilo con il sangue, procurandomi ogni volta ferite profonde e permanenti.
Capita che mentre ti da l’ indirizzo mail ti dica: “nomecognome A CON IL CERCHIO” Ora, considerando che tutte le mattine ti fai una buona dose di self control, devi riuscire a restare seria di fronte all’ imprevisto, ma mai ti aspetteresti che l’ imprevisto sia un A CON IL CERCHIO, chiedi di ripetere, perché non può essere ciò che stai pensando, ma il cliente più convinto che mai e con una certa nota di stizza ti puntualizza che l’ indirizzo è “nome cognome A CON IL CERCHIO” ti arrendi, desisti e con un tono più basso della voce chiedi: “A CON IL CERCHIO è la chiocciola?” “Certo Marta.” Bene, non posso far altro che arrendermi.
Succede anche che ti chiami un’ altra cliente sull’ imbizzarrito andante e ti dica: “Il mio dipendente ha preso l’ ennesima multa, ma se gli tolgono tutti i punti, poi non può più guidare per lavoro?”
Rispondi con un secco ed unico “No” Allora lei aumenta la dose, “Ti spiego, se lui è in giro per lavoro, e per lavoro deve fare le consegne, non posso contestare le multe per evitare che gli tolgano i punti? Perché se li finisce poi come fa a lavorare?”
“S il tuo dipendente prende solo multe per eccesso di velocità forse dovresti dirgli di andare un po’ più piano, ti faccio un esempio. Se il tuo dipendente investe una persona, od anche solo un animale, come giustifichi l’ incidente? Dicendo che andava veloce perché era in giro per lavoro? Concordi che un’ infrazione della strada è tale a prescindere dalla motivazione per cui una persona sia alla guida di un mezzo?” anche se dentro di me la risposta sarebbe stata: “Fammi capire, quindi secondo te tutti i camionisti avrebbero la licenza di uccidere…”.
Silenzio, all’ altro capo del telefono nessuno risponde… Forse ha capito, forse, anzi presumibilmente no, ma non importa, starà metabolizzando la risposta, sistemando mentalmente il concetto. Fatto sta che mi dice:
“Ok, grazie ciao.”
Succede che ti chiama un cliente saltuario, uno di quelli che senti una volta l’ anno e ti dica:
“Devo farti una domanda, posso informarti…?”
Grazie, ma anche no, se tu mi devi fare una domanda, sei tu quello che deve informarsi, non io. Grazie per il supporto morale, grazie per esserti preso cura della mia cultura, ma io non ti ho chiesto niente. Davvero grazie ma vorrei risponderti, No, non mi interessa, ma non posso, quindi rispondo:
“Non ho capito…”
E via che riparte la lotta con l’ italiano.

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