LA PENNA VUOTA

lucca-09

In ufficio usiamo solo ed esclusivamente penne BIC, non per farne un vanto, ma sinceramente queste penne non ti tradiscono mai…

Fanno tuffi carpiati dalle scrivanie, si incastrano tra i faldoni, restano ferme per giorni e giorni e… ti basta togliere il tappo e ripartono, pronte per la loro funzione…

Quando arrivi alla fine di una penna un po’ ci resti male… almeno io..

Inizio a pensare a quanti documenti sono stati protocollati, a quante parole sono state scritte, a quanti bilanci sono stati corretti… Il tutto scrivendo note a fondo pagina con una Bic rossa.

Finisce e tu la getti nel cestino, la tua fedele compagna di tante giornate storte in ufficio e … la getti come se fosse uno straccio vecchio…

Dovrebbero erigere un monumento a queste penne…

Per quanto mi riguarda mi hanno accompagnata sin dalla scuola, da quando ho iniziato a scrivere, prima usavo quelle cancellabili, che in realtà bucavi il foglio anziché cancellare.. Poi sono arrivata a loro e da allora mi accompagnano…

Esistono mille marche di biro… ma la Bic resta la Bic…

Storia

La Bic venne fondata in Francia da Marcel Bich insieme a Edouard Buffard nel 1945. I due comprarono una fabbrica e avviarono un’impresa per la produzione di matite e penne stilografiche. Nel dicembre 1950, Marcel Bich presentò la sua penna a sfera e la chiamò BIC. La “h” finale fu tolta per evitare una possibile pronuncia inappropriata in lingua inglese (Bich → ing. Bitch, cagna. Epiteto offensivo equivalente a sgualdrina). Bich ottenne i diritti di brevetto dall’inventore argentino-ungherese László József Bíró (che morì povero) migliorando il metodo di produzione. Una penna a sfera economica ma al tempo stesso affidabile fu presentata al mondo intero a Buenos Aires, dove risiedeva il Biró. Nel settembre 2005, la BIC annunciò di aver venduto ben 100 miliardi di penne usa e getta, rendendola la più venduta nel mondo. (Wikipedia)

Oggi ho finito un’ altra Bic, la guardo nel cestino e penso che devo andare all’ armadietto a prendere un’ altra penna… pronta per una nuova avventura…

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18 pensieri su “LA PENNA VUOTA

    • Marta Vitali ha detto:

      Queste domande a tradimento… Non vale Google, vero?!? Allora considerando la quantità che invadono le cartolerie forse non in Italia, sai per via degli scioperi non credo riescano a star dietro alla produzione, forse in Cina o comunque in Oriente, o forse considerando la quantità di lavoratori cinesi in Italia, vengono assemblate in Italia da lavoratori sottopagati cinesi.. Indovinato??

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      • kikkakonekka ha detto:

        Ciao Marta!
        I pezzi di produzione sono sostanzialmente 4: tappo, tappino, cannuccia, refill.
        A mia cugina arrivano 2 volte al mese 4 scatoloni e lei con il marito li assembla andando a montare ogni singola penna bic (ci sono poi vari colori: nero, blu, verde, rosso).
        E’ un lavoro a cottimo, credo prendano non più di pochissimi centesimi a pezzo. Poi, quando arriva la consegna dei successivi scatoloni, vengono ritirati i pezzi già montati.
        Non nego che questo lavoro venga distribuito a cinesi e altri lavoratori sottopagati. Ad ogni modo mia cugina non si lamenta, lei è casalinga e mentre ascolta la radio per 1-2 ore al giorno fa questo lavoretto che comunque le rende qualche soldino.

        K!

        Piace a 2 people

      • Marta Vitali ha detto:

        Ma pensa!!! Mai l’ avrei pensato… Piccolo il mondo!! Io maltratto la penna che oltre che servire a me per scrivere appunti serve a loro per racimolare qualche soldino… Okey, se dovevo trovare un altro buon motivo per usare queste penne ora me l’ hai servito su una piatto d’ argento… Assemblate in Italia!

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  1. mchan84 ha detto:

    Noto che solo a me le penne Bic non hanno mai funzionato.
    A volte non funzionavano proprio dall’inizio. E dire che all’epoca le si comprava solamente in cartoleria o dal tabacchi.
    Per questo uso esclusivamente le Staedtler.
    Mchan

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    • mapiova ha detto:

      No, non sei l’unico, anche io non ho mai avuto un bel rapporto con le Bic, non sono mai riuscito a finirne una (forse sarà per questo che ora preferisco la tastiera del pc). In genere quando cominciavo a scrivere con una nuova bic dopo circa una settimana o poco più il colore cominciava a diventare via via sempre meno scuro fino a che la biro non scriveva più.

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