Era giovane, aveva tutta la vita davanti, ma lui amava la notte, le luci psichedeliche della discoteca, i cocktails fluorescenti quelle caramelle che sapevano di poco ma sembravano darti tanto.
E’ iniziata così con “una caramella” era simile a quelle che la nonna gli dava da bambino ecco perché si è fidato, non si è posto il problema del “..e dopo”, apparteneva alla generazione del VIVI IL PRESENTE, del CARPE DIEM.
Riusciva con una piccolissima ed innocua caramelle a ballare tutta la notte, come i vampiri ritirarsi quando il sole albeggiava, attendere le tenebre e tornare a rinchiudersi in quattro mura e “rincoglionirsi con quella cosa chiamata musica” così la chiamava suo padre la musica tecno.
Per lui era uno stile di vita, si ribellava alle imposizioni e alle regole dei suoi, non le rispettava e non le accettava, del resto non faceva male a nessuno andava solo a ballare e mangiava caramelle, non era un tipo da rissa o da sbornie.
Era sano, anzi sanissimo, capitava che durante l’ estate partecipasse anche ai tornei di calcetto, quelli veri, quelli che per partecipare devi fare le visite mediche, ecco perché era sano e poi era giovane.
Era perché oggi è in un letto d’ ospedale, vivo, ma immobile. Qualcosa dev’ essere andato storto quella volta che ha preso la “caramella nuova” era nera, ma il suo amico di fiducia gli aveva detto che era uno spettacolo.. con questa sballava di brutto.
Si di brutto. E’ immobile nel suo letto, i genitori piangono e si disperano dove hanno sbagliato? Sono stati troppo permissivi? O troppo severi? Dovevano impedirgli di fare le sue esperienze?
Non sono i genitori ad avere sbagliato, non è lui ad avere sbagliato, doveva andare così… dicono in tanti per giustificare i figli di oggi.
E’ lui che doveva mettere la testa dico io, che di figli non ne ho. Ma a ballare fino all’ alba ci sono andata e a me non è mai capitato che mi dessero “caramelle” o che mi sciogliessero qualcosa nel cocktail di nascosto.
A me non è capitato perché sono stata fortunata, a me non è capitato perché i miei genitori mi hanno insegnato che non si accetta niente dagli sconosciuti, a me non è capitato perché voglio vivere il presente, e sperare di avere un fantastico futuro.