Credo che sia facile essere tristi, più difficile è essere felici, forse perché siamo costantemente alla ricerca della felicità.
Quando siamo concentrati su un obiettivo fatichiamo nel guardarci intorno, nel vedere le soluzioni alternative, nel capire se il nostro filo rosso ci sta portando ad una destinazione ma ci permette di fare una sosta.
Ti capita mai di sentirti triste?
Forse quando sei triste sei talmente abbattuto che fatichi a guardarti intorno, non hai voglia di capire se dietro l’ angolo si nasconde un evento positivo.
Poi, quando l’ attimo di tristezza è passato ti accorgi che il sole è tornato a splendere, ritorna l’ equilibrio, ti senti come in bilico, in attesa del prossimo salto o della prossima caduta.
Si! perché sono convinta che i momenti tristi passino in fretta con la stessa tempistica con cui i momenti felici durano poco.
Si! perché prova a pensarci, quando fai qualcosa di bello, ti sembra che il tempo voli, mentre quando sei triste solitamente dici ” Non mi passa più..” però in realtà lo scorrere del tempo è un dato di fatto, quindi tutto passa e tutto scorre con la stessa velocità, prova ad imprimere e sottolineare nella tua memoria soprattutto i momenti felici, e vedrai che come me, inizierai ad apprezzare l’ essere positivi.
Giorno: 14 ottobre 2015
CAPITOLO 1
Eccovi l’ anteprima, anzi il capitolo 1 del mio libro in vendita su amazon
“La Festa del Paese” di Marta Vitali
CAPITOLO 1
CAMILLA
“Camyyyyy!!! Sveglia!! Alzati, sono quasi le 6.30!!!”
“Arrivo Mà… ancora cinque minuti….!”
Ecco quando mia mamma ti dice che sono quasi le sei e trenta alzo lo sguardo verso la sveglia e sono le cinque e quaranta, ci risiamo! Ha sempre avuto questo problema con le lancette dell’orologio… chissà a cosa pensava quando a scuola l’ hanno insegnato.
Ok l’ accontento, mi alzo altrimenti succedrà ciò che succede tutti gli altri giorni, ogni due minuti urla come una forsennata; La mattina mia madre sembra posseduta, e pensare che spesso quando si perde nei ricordi mi racconta che quando era un po’ più giovane amava oziare la mattina, anche lei come me faceva fatica a svegliarsi, devono essere i geni.
Mi alzo, sono fuori dal letto, in piedi ma non sveglia, perché per me sono due azioni da compiere con calma, prima una e poi l’ altra.
“Camy cosa preferisci stamattina? Ti ho preparato caffè, the, latte con il cacao, poi per darti un po’ d’ energia, le fette con il miele del nonno che ti piace tanto o con la marmellata al limone che è un esperimento, vedi tu..”
Opto, come tutte le mattine, per latte con il cacao e fette con il miele, non ho voglia di caffè perché mi rende iperattiva, il the non mi piace e l’ esperimento e sinonimo di boiata.
Ecco, il secondo dubbio che mi pongo quasi tutte le mattine da quindici anni a questa parte è: “Mà, ma come fai a parlare così tanto di mattina presto? Il sole non è ancora sorto e tu sei già iperattiva!!”
“Il mattino ha l’ oro in bocca” Questa è la risposta tipo, oggi però non mi ha risposto, si è chiusa in bagno per prepararsi. E’ più di corsa del solito, ma abbiamo un’ ora abbondante, chissà cos’ avrà da fare di tanto urgente.
Sono una di quelle ragazze fortunate, che a scuola ci vanno in macchina, che vengono accompagnate, che non devono prendere il pullman con i loro compagni, perché tanto la mamma passa di lì.
Esce dal bagno e mi ci fiondo io, con calma, perché per me la mattina è sinonimo di lentezza, mi lavo la faccia, i denti, faccio tutto il necessario per essere presentabile, e poi inizio a pettinarmi, ecco questo è il momento della mattina che dopo le fette con il miele del nonno, preferisco di più.
Mi pettino, e mi pettino e poi mi pettino ancora finché: “CA-MYYYY!!!! TI DE-VI MUO-VE-RE!!”
Ecco, quando scandisce le sillabe è arrivato il momento di svegliarsi, esco dal bagno, con passo veloce, ma leggero, in punta di piedi, sembro una ballerina che sta entrando in scena, cerco di non farmi notare e salgo in camera, ho già pensato a cosa indossare, prendo i vestiti dall’ armadio, jeans tutti stracciati “come i giovani d’oggi” direbbe mia nonna, e felpa, rosa perché sono femmina.
Ai piedi calzini fluorescenti e All Stars bianche vissute, “un po’ troppo vissute” direbbe mio padre.
Finisco di preparare lo zaino, diario, appunti di inglese, oggi ci sarà la verifica, perché era oggi vero?!?, oddio che dubbio, libri di rito e il libro del momento.
Ok, sono pronta, scendo in salotto, mia mamma è già ready-to-go ovviamente (!!), cappotto color cammello, Balenciaga mattone, foulard per mascherare il richiamo del parrucchiere, occhialoni stile vamp, anche se fuori il sole ha preferito nascondersi dietro nuvole che non lasciano presagire nulla di buono, e le immancabili decolté lucide con tacco dodici.
Usciamo, come dicevo il meteo non è dei migliori, ma non importa oggi è una giornata fantastica, dopo i doveri della scuola potrò andare alle selezioni per la prima dama della festa.
Il tragitto si dimostra come tutte le mattine difficoltoso, tralasciamo il traffico mattutino, le imprecazioni di mia mamma che vede bambini sbucare a destra e a sinistra, purtroppo l’ unica strada che possiamo percorrere è tempestata di scuole, e tutte le mattine vivo lo stesso disagio, funziona così:
Io seduta in macchina lato del passeggero, cintura allacciata e..
“Mamma attenta alla bici” inchioda, rimette la prima, “Mamma il bambino, sta correndo, adesso attraversa” inchioda, rimette la prima.
Dobbiamo fare poco più di due chilometri, ma sembrano interminabili, fortunatamente sono giovane e non soffro di cervicale, perché gli scossoni che tutte le mattine il mio collo riceve sono deleterei.
Ma oggi non importa, nulla potrà scalfire la mia contentezza, sono la favorita nel concorso, e lo vincerò sono sicura. Verrò premiata e per una volta potrò atteggiarmi da altezzosa e vestirmi con gli abiti delle favole, come quelli che mi descriveva mio padre, quando da bambina mi leggeva le storie prima di dormire.
Non vedo l’ ora sono super emozionata, anche se non si direbbe, è pur sempre mattina.